Tutti d’accordo nel chiedere un taglio dei costi della politica, un inasprimento nella lotta all’evasione fiscale e nel bocciare interventi sulle pensioni di anzianità.
I sindacati si dividono, invece, sulle misure sulla contrattazione di prossimità: la Cgil chiede lo stralcio dell’articolo 8, mentre Cisl e Uil sollecitano un emendamento per evitare che le intese possano essere firmate da sindacati aziendali “di comodo”.
È questo, in estrema sintesi, il ventaglio di posizioni espresse dai leader sindacali ieri nell’audizione sulla manovra in commissione Bilancio. Per Susanna Camusso la manovra è «depressiva, non c’è nessuno stimolo alla crescita» e potrebbe portare a breve a «un’altra manovra sui conti»: di qui le ragioni dello sciopero generale. Per il segretario generale della Cgil invece di proseguire il dibattito sulle pensioni, il Parlamento «può decidere di eliminare i vitalizi, abolendo tutte le società che non servono, luoghi per collocare i dirigenti della politica». Per Camusso alcuni articoli della manovra «nulla hanno a che fare con l’urgenza e andrebbero stralciati»: le misure sul collocamento obbligatorio «determinano reparti ghetto per i disabili», sulla cancellazione di festività civili «di alto valore morale per il Paese», sul differimento delle tredicesime per i pubblici «che devono pagare per errori altrui». Sul “pacchetto Sacconi” con le misure a sostegno della contrattazione di prossimità, Camusso ha ricordato che «le parti sociali avevano chiesto al Governo di non intervenire sulla materia», lo stralcio dell’articolo 8 risponde al «doveroso rispetto per l’autonomia». L’intervento del Governo per la leader della Cgil «mette in discussione la costruzione unitaria» che ha portato all’intesa del 28 giugno.
Al contrario, Cisl e Uil considerano l’articolo 8 in sintonia con l’accordo interconfederale: «La norma anche se da noi non richiesta – ha detto Raffaele Bonanni – è compatibile con gli accordi interconfederali del gennaio 2009 e del 28 giugno 2011, in quanto dà sostegno alla volontà delle parti di rafforzare la contrattazione territoriale e aziendale per aumentare la produttività delle aziende e i salari». Per il segretario generale della Cisl va «chiarito che nei contratti territoriali ed aziendali sottoscritti dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda, esse siano intese come Rappresentanze sindacali aziendali previste dalla legge 300 e Rsu previste dagli accordi interconfederali». Il chiarimento «serve a evitare destrutturazioni della rappresentanza» che «favoriscano la nascita dei sindacati di comodo». Bonanni ha criticato l’impianto del decreto: «È una manovra che non ci convince, va troppo con il piede leggero sui costi della politica e interviene con il piede pesante sulle pensioni e sul pubblico impiego». La Cisl è per la patrimoniale, perché «chi ha di più deve pagare di più», e Bonanni ha aggiunto: «non capiamo perché i valori immobiliari e mobiliari non siano contemplati nel contributo di solidarietà».
Per Luigi Angeletti «serve una seria riduzione dei costi della politica e dell’evasione fiscale», queste due soluzioni «sono in grado di far in modo che la manovra abbia senso ed efficacia». Il segretario generale della Uil considera il differimento della tredicesima una «norma di dubbia costituzionalità in quanto colpisce la retribuzione fondamentale e non accessoria», anche la norma “congela Tfr” va cancellata. Per intensificare la lotta all’evasione la Uil ha proposto la tracciabilità delle operazioni oltre i mille euro.
C’è un altro tema che ha messo d’accordo i sindacati: sulla Robin Tax un documento unitario degli elettrici denuncia: «può produrre danni considerevoli ben superiori ai benefici per i conti pubblici, penalizzando uno dei pochi settori che continua ad investire creando lavoro». Quanto all’Ugl, per il segretario, Giovanni Centrella, la manovra contiene «luci e ombre», può «essere migliorata distribuendo in modo più equo i costi degli interventi e i sacrifici».
Ilsole24ore.com – 26 agosto 2011