Le pensioni non si toccano, quelle di reversibilità forse, e i tagli agli enti locali sono troppo onerosi. È l’opinione della Lega Nord sulla manovra, espressa dal ministro Roberto Calderoli
Lunedì ci sarà un incontro tra Berlusconi e Bossi (gomito permettendo) per un’intesa sulla manovra, ha confermato il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli.
PENSIONI – «Bisogna interessarsi delle pensioni di chi non ha mai lavorato. Chi ha pensioni di reversibilità eccessivamente alte, percepisce accompagnamenti che attualmente vengono dati indistintamente a tutti senza limiti legati al reddito», ha detto Calderoli. La Lega proporrà inoltre una riduzione dei tagli previsti agli enti locali. «Proporremo una riduzione. Gli amministratori locali hanno lamentato che i tagli uccidono il federalismo». Quanto alla possibilità di intervenire sulle altre pensioni nell’ambito della manovra Calderoli puntualizza: «Il testo contenuto nella manovra è stato oggetto di una lunga trattativa, e nasce da un accordo tra Berlusconi e Bossi. Il decreto rappresenta il punto di approdo e riteniamo che debba rimanere tale». Sul contributo di solidarietà Calderoli sarebbe stato «anche più deciso» pur se è necessario introdurre il quoziente familiare. Intervistato da Ilsussidiario.net, il ministro leghista ha riferito che l’ipotesi di Iva maggiorata sui beni di lusso al 38% «non sta in piedi. La normativa comunitaria impedisce di avere più di due aliquote e noi siamo già tra i privilegiati che ne hanno tre».
SIPARIETTO CALDEROLI-ALEMANNO – Botta e risposta poi tra Calderoli e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Se continui con la demagogia contro Roma, fai demagogia contro l’Italia», dice Alemanno. Il ministro, che ha detto di sentirsi più bergamasco che lombardo, risponde in dialetto: «Ades bast!». Alemanno replica: «Abbiamo ereditato 13 miliardi di debito». «I miliardi sono 20 – ribatte Calderoli – e il Lazio è l’unica regione che ha accollato il suo debito al governo». Ma Alemanno non si tiene: «Se continui con la demagogia contro Roma, fai demagogia contro l’Italia. Il federalismo ha futuro solo se rispetta l’unità». Calderoli: «I 20 miliardi non li devono pagare gli italiani, ma con il federalismo ognuno si deve fare carico delle proprie responsabilità».
I SINDACI – A Rimini erano presenti anche due sindaci: Gianni Alemanno e Piero Fassino. «La manovra è il banco di prova sia del governo che del Pdl e della nuova segreteria Alfano», ha ammonito il sindaco di Roma che, al contrario di Calderoli, è favorevole a un’Iva maggiorata sui beni di lusso. «La manovra così come è concepita adesso, uccide il federalismo fiscale e istituzionale», ha aggiunto Alemanno. «Da destra dico che è giusta la patrimoniale sulle grandi fortune, perché chi ha di più deve dare di più in questo momento di difficoltà per il Paese». Ha aggiunto il sindaco di Torino, Fassino: «Da dieci anni tutte le manovre correttive sono basate sulla riduzione delle risorse per i Comuni, ma questi sono pronti ad assumersi le proprie responsabilità».
CONFINDUSTRIA – Il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli, in audizione al Senato, avverte che «la manovra va migliorata» per rafforzarne la credibilità internazionale. Galli ha poi chiarito la posizione di Confindustria sulla Robin tax, la tassa sui proventi delle compagnie petrolifere: non solo «va eliminata» ma non deve essere estesa ad altri settori.
RADICALI – I radicali hanno intanto presentato l’emendamento alla manovra relativo alle esenzioni Ici per le attività commerciali degli enti ecclesiastici.
SINTESI – Per il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, «il richiamo al senso di responsabilità va reso concreto, perché con gli ultimatum non si arriva da nessuna parte. Tutto è migliorabile e nel corso del suo iter la manovra può essere integrata. L’importante è trovare un punto di sintesi nell’interesse del Paese».
Corriere.it – 25 agosto 2011