La facoltà traslocherà da Milano solo nel 2015. La struttura nuova di zecca rischia di deperire inutilizzata per colpa dei ritardi nella costruzione del nuovo ateneo. Un megaprogetto da 80 milioni di euro
Un polo universitario per il momento senza studenti, le cui strutture già ultimate dovranno attendere prima di funzionare a regime, nella speranza che lasciate inutilizzate non deperiscano. Siamo a Lodi, dove entro il 2015 verrà trasferita l’intera facoltà di veterinaria dell’Università di Milano: 2500 persone, tra studenti, personale docente e impiegati, che da “Città studi” traslocheranno a una quarantina di chilometri di distanza, dove troveranno aule e spazi didattici nuovi di zecca, a fronte di un investimento complessivo di oltre 80 milioni di euro.
Ma questo è il futuro. Di quel che già esiste, a rappresentare le contraddizioni di un progetto sempre rimandato negli anni, c’è la Casa dello studente: 50 alloggi messi a disposizione del Cidis (Consorzio interuniversitario per il diritto allo studio) che oggi restano vuoti in attesa che matricole abbiano le loro aule e i loro laboratori nel lodigiano.
S’era parlato di 2011, poi di 2013. Finalmente pare ci si sia accordati per il 2015, anno entro il quale il polo universitario sarà ultimato, con la realizzazione delle strutture didattiche che mancano. Si chiamerà Loditre Spa la “società di trasformazione urbana” promossa da Comune e Provincia di Lodi e Università degli Studi di Milano, che avrà come scopo il completamento del polo universitario. Il tutto col supporto di un partner privato, per la scelta del quale è in procinto di partire una gara d’appalto. Il suo compito sarà progettare e realizzare le strutture di cui necessità la facoltà.
Il progetto prevede due edifici da tre piani su oltre 13 mila metri quadrati di superficie, destinati a sede dei dipartimenti, istituti della Facoltà, uffici, sala lauree, biblioteca. In più un edificio per le aule, su un’area di oltre 5 mila metri quadrati, uno per i laboratori didattici, su 3.600 metri, senza contare le strutture di ricerca dipartimentali, a vocazione biotecnologica, legate però alla Facoltà di agraria, su una superficie di quasi 4 mila metri quadrati.
Un’operazione che comporterà un esborso notevole di risorse pubbliche: 76 milioni 400.000 euro complessivi, sostenuto per 45 milioni 840.000 dalla Statale di Milano, per 11 milioni 460.000 euro dalla Regione Lombardia e per 9 milioni 550.000 euro ciascuno da Provincia e Comune di Lodi. Inoltre, l’Università si farà carico di un ulteriore investimento di 7 milioni 400.000 euro per la realizzazione dell’ospedale per piccoli animali, che si affiancherà così alla clinica veterinaria per grandi animali, già attiva.
Nel frattempo i 6 milioni di euro utilizzati per acquistare prima e ristrutturare poi l’attiguo complesso denominato “cascina Codazza”, sede della Casa dello studente, languono in attesa dell’arrivo di nuove matricole. Esternamente manca la riqualificazione degli spazi verdi e le opere di urbanizzazione, a carico del comune, ma all’interno tutto è pronto.
Il professor Dario Casati, pro-rettore vicario dell’Università di Milano e presidente del consorzio Cidis, questa volta vuole vedere solo il bicchiere mezzo pieno: “Abbiamo finalmente un nuovo accordo di programma – dice – e la sigla definitiva sul trasferimento entro quattro anni di tutta veterinaria a Lodi. Sono già stati spesi un sacco di soldi e non possiamo far altro che rimanere concentrati sul nostro obiettivo”.
A Lodi dal 2005 sono già attivi la Clinica veterinaria per grandi animali e il Centro zootecnico didattico sperimentale. Qualche ricercatore e gli studenti degli ultimi anni di corso già vengono attirati da queste strutture, ma non è niente rispetto a quel che sarà una volta completato il trasferimento di tutta la facoltà. Nel frattempo, però, la Casa dello studente resta inutilizzata. Qui, oltre agli spazi residenziali, esiste una mensa e un’area ricreativa universitaria.
Un’altra destinazione d’uso, anche temporanea, non può essere data. Secondo legge quegli spazi possono essere occupati solo dagli studenti che hanno un reale diritto di assistenza allo studio. Peccato che questi, quando ad ottobre riprenderanno le lezioni, dovranno continuare a seguire i corsi presso la vecchia sede di via Celoria 10 a Milano, città dove la facoltà ha sede sin dal lontano 1791.
“Ma l’edificio – spiega Casati – di proprietà della Cariplo, ha l’affitto in scadenza e non esistono i margini per un rinnovo del contratto di locazione. In più se volevamo rispettare i rigorosi standard qualitativi europei dovevamo allargarci, in particolar modo per dotarci di una clinica per grandi animali. A Milano di spazio non ce n’è. Il lodigiano, con la sua vocazione agricola e zootecnica, ci è sembrato quindi il luogo ideale per farlo”
Veterinaria abbandona la metropoli e si sposta in una cittadina che la attende a braccia aperte e con molte aspettative. Quando nel 2005 l’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, fece tappa a Lodi per inaugurare la clinica veterinaria per grandi animali, i giornali erano pieni delle cronache giudiziarie che riguardavano il noto banchiere lodigiano Gianpiero Fiorani, amministratore delegato della Banca popolare di Lodi.
Oggi, anche quell’istituto di credito, acquisito dal Banco popolare, finanzia attraverso la sua fondazione molti progetti accademici dell’embrionale polo universitario lodigiano, guardando con fiducia ai nuovi stimoli di crescita che porterà il trasferimento di veterinaria. A meno che non intervengano nuovi ritardi, a guastare la festa e a sprecare altre risorse pubbliche
Il Fatto quotidiano – 19 agosto 2011