Sul mercato gran parte dei beni dello Stato. L’ultima carta da giocare sarebbe una supercessione. Fintecna, a fronte degli immobili, anticiperebbe i soldi
Italia futura rilancia l’abolizione delle province ed una patrimoniale permanente
MILANO – Mentre le Borse europee continuano a perdere colpi e Piazza Affari, più delle altre, prosegue nel bruciare miliardi, continua il difficile tentativo da parte della maggioranza di trovare un punto di equilibrio sulle modifiche da fare sulla manovra bis da 45 miliardi di euro varata il 13 agosto scorso.
DISMISSIONI – L’ultima ipotesi allo studio del governo è quella di un piano straordinario di dismissioni immobiliari: dalle caserme alla razionalizzazione degli uffici della pubblica amministrazione. Secondo quanto si apprende da fonti della maggioranza il veicolo per fare queste operazioni potrebbe essere Fintecna, alla quale potrebbe essere trasferita una quota degli immobili in cambio di liquidità immediata. Il patrimonio dello Stato, compresi i beni degli enti locali, si aggira intorno ai 500 miliardi di euro, di cui sarebbe «potenzialmente disponibile», secondo non recentissime stime del Tesoro, circa il 40%. Si tratterebbe, secondo quanto si apprende, di una misura da giocare come ultima carta e per questo ancora non trapelerebbero ipotesi di cifre concrete di questa eventuale operazione. Il grosso dell’operazione potrebbe riguardare le caserme: sarebbero un migliaio, di cui 400 già trasferite al Demanio. In molti casi si tratterebbe di aree edificabili e quindi con un elevato valore di mercato. Ci sarebbe poi tutta la partita degli uffici pubblici, considerato il progressivo restringimento degli apparati della pubblica amministrazione e della possibilità di avere una sola «regia», attraverso il cosiddetto «conduttore unico», in capo al Demanio. La partita potrebbe coinvolge anche gli immobili degli enti locali nell’ambito del federalismo.
ITALIA FUTURA – Alle proposte di maggioranza opposizione e singoli parlamentari si aggiungono anche quelle dall’associazione Italia Futura (che fa capo a luca Cordero di Montezemolo) che chiede un dimagrimento dello Stato più incisivo rispetto alle norme attuali. Per Italia Futura è necessario abolire tutte le province al di sotto del milione di abitanti. Sì inoltre a una patrimoniale permanente dello 0,5% sui patrimoni superiori ai 10 milioni di euro. Secondo le stime dell’Associazione Italiane Private Banking, sono 20mila gli italiani con un patrimonio finanziario netto fra i 5 e i 10 milioni di euro e 8 mila quelli con patrimonio finanziario netto superiore a 10 milioni di euro. Il gettito dell’imposta – secondo Italia Futura – andrebbe a sostituire, per dimensione, negli anni 2012 e 2013 il cosiddetto «contributo di solidarietà e, a partire dal 2014, verrebbe destinato a finanziare – su base strettamente competitiva – i settori dell’istruzione e della ricerca e della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano».
La proposta di Italia Futura trova riscontri positivi sia nell’opposizione che in singoli parlamentari della maggioranza. «Sono in linea con il pensiero di Montezemolo e con tutti quei parlamentari che chiedono la patrimoniale» ha detto il parlamentare del Pdl Maurizio Paniz sostenendo che «non si può penalizzare coloro che sono i più onesti e non tassare chi ha le proprietà. L’errore è tassare il reddito. Io voterei per un sistema fiscale più trasparente: trasparenza nelle entrate e trasparenza nelle uscite. Un sistema – continua – dove si possa dedurre tutto in modo che si debba e si possa denunciare tutto».
CASINI – Sul fronte più strettamente politico da segnalare il nuovo invito fatto dal leader dell’Udc Pier Ferdinando Casi alla maggioranza. Per Casini con la manovra del governo viene «massacrato il ceto medio e coloro che pagano le tasse. Va benissimo il quoziente familiare, ma bisogna cancellare il contributo di solidarietà e colpire la grande evasione, era meglio una patrimoniale sulle cose». Per Casini «la manovra che esige più serietà da parte della politica, non si capisce ancora cosa pensa il partito di maggioranza relativa, il loro è un “vorrei ma non posso”, sono molto confusi». Casini ribadisce la richiesta alla maggioranza di discutere delle modifiche in parlamento e aggiunge che «i saldi devono restare invariati, ma la manovra va approvata subito. Una fiducia Senato – continua – sarebbe davvero assurda». Riguardo alle pensioni, il leader dell’Udc, ribadisce che una riforma è necessaria: «È più equo verso i nostri figli adeguare età pensionabile a durata della vita – conclude – anzichè continuare noi ad avere privilegi che nostri figli non potranno avere».
BOSSI – Ma un nuovo intervento sulle pensioni risulta al momento impraticabile a causa del no della Lega. Da parte della Lega infatti non vi è stata finora alcuna apertura a modifiche sulle pensioni. Lo ha messo in chiaro il leader leghista Umberto Bossi, a margine di un comizio nel vicentino. Vi è un’apertura della Lega sulle pensioni? «Assolutamente no», ha risposto il leader del Carroccio, «sono i giornali che inventano: non si toccano le pensioni della povera gente».
Corriere.it – 19 agosto 2011