Stavano sgusciando i canestrelli all’interno della loro barca, seduti attorno a un tavolo, conversando del più e del meno.
Il problema è che le tradizioni difficilmente vanno d’accordo con le leggi attuali, soprattutto in campo di igiene delle produzione alimentare. Nello specifico, quella barca ormeggiata a Punta Poli non era proprio l’ambiente adatto, anche semplicemente dal punto di vista visivo, in cui si potessero eseguire le lavorazioni alimentari e i carabinieri, che erano accompagnati dai veterinari dell’Asl 14, hanno sequestrato a scopo cautelativo tutto il carico: i 70 chili di canestrelli che erano già stati sgusciati e gli altri, molti di più, che ancora rimanevano da lavorare. Le analisi, eseguite dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, hanno dato piena ragione dell’opportunità di quel sequestro: i canestrelli, infatti, hanno fatto registrare una presenza di escherichia coli, il batterio salito tristemente alla ribalta qualche settimana fa per la sua pericolosità, pari a 18.000 esemplari ogni 100 grammi di prodotto, a fronte di un numero massimo consentito per legge di 230 ogni 100 grammi. I canestrelli, quindi, sono stati avviati a distruzione, a spese del proprietario della barca, il quale si trova anche con una denuncia penale a carico per detenzione ai fini di vendita di sostanze alimentari, con cariche microbiche superiori ai limiti stabiliti dalla legge, e a dover pagare una pesante sanzione di 7.500 euro per le carenze igienico sanitarie riscontrate dai militari.
la Nuova Venezia – 12 agosto 2011