Soffre il Sud: cresce il rischio di perdere il posto. Disoccupazione di lunga durata La disoccupazione mese per mese
Disoccupati, o scoraggiati nella possibilità di trovare un lavoro, cioè inattivi. Di fatto licenziati. Una folla che potrebbe riempire tutta piazza San Giovanni a Roma, dove si festeggia il primo maggio. Una cifra enorme. Quasi mezzo milione di giovani. Il dato che si ottiene sommando i circa 210.000 che hanno perso il posto nel 2010 ai 218.000 ragazzi passati dalla condizione di occupati a inattivi. E la disoccupazione diventa soprattutto la spina nel fianco dell’economia meridionale. Dopo il 2009, I’annus horribilis della crisi per le nuove generazioni, in cui il Nord aveva reagito peggio del Sud, è proprio il Mezzogiorno che ora si fa travolgere dall’onda lunga della crisi occupazionale. E uno studio di Datagiovani a raccontare l’evoluzione dell’occupazione per gli under 35. Ma Unioncamere rivela che in questo panorama buio si apre uno spiraglio. Gli stage offrono occasioni d’impiego. Più di 38mila giovani che avevano scelto questa strada nel 2010 sono stati poi assunti dalle imprese che li ospitavano. Una cifra in crescita rispetto ai circa 37.000 ragazzi dei 2009.
Perché il Sud va peggio? Secondo Datagiovani (che nasce come spin off dell’ istituto di sondaggi Panel Data e si propone come una sorta di sindacato dei giovani) sono due gli indicatori negativi. Da un lato è aumentato nel 2010 (rispetto al 2009) il rischio di perdita del posto di lavoro. Dall’altro, la disoccupazione di lunga durata (oltre i dodici mesi) ha messo radici più profonde. La maglia nera a Sicilia e Puglia. La prima, perdendo 25 punti, va giù dal terzo all’undicesimo posto. La seconda perde sei posizioni.
Nel 2009, invece, il Mezzogiorno si era comportato meglio in confronto al Nord. E a soffrire maggiormente era stato soprattutto quest’ultimo. Ma questo si spiega anche con l’elevato gap tra Nord e Sud da cui si partiva. In questo caso anche piccole variazioni possono determinare la differenza.
Il confronto tra l’indice del 2010 con quello del 2009 consente di verificare proprio se il trend sta cambiando. E si vede che il Centro-Nord recupera. Soprattutto la Liguria (9 punti in più nell’indice) ed il Veneto (8 punti in più, con un indice 2010 quasi a livello medio nazionale). E tutto il Centro Italia mostra dinamiche migliori rispetto al 2009. Il trend, quindi, cambia. Dopo che aveva visto proprio le regioni deputate a trainare il paese in termini di produttività, Piemonte, Lombardia e Veneto, perdere colpi. Contro Molise, Campania e Calabria che avevano risposto meglio alla crisi.
Lo stage, rivelano i numeri del sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, offre oceasioni di impiego da non perdere. Ma anche qui si cambia. Diminuiscono sia i tirocini che le aziende che li offrono. Lo scorso anno sono stati messi in cantiere complessivamente 310.820 stage, a fronte dei 321.850 del 2009. La diminuzione ha riguardato soprattutto il settore dei servizi. E proprio il settore dei servizi di alloggio e ristorazione, il compatto che storicamente è stato sempre più disponibile ad aprire le porte ai giovani alla prima esperienza, ha ridotto la sua «offerta». Nel 2010 sono stati ospitati circa 44mila ragazzi, l l mila in meno rispetto all’anno precedente.
Il Sole 24 Ore – 11 agosto 2011