E adesso si andrà in pensione più tardi. Mercoledì il governo incontrerà Ie parti sociali a Palazzo Chigi. In quell’occasione saranno illustrate le nuove misure anti-crisi.
Si tratta di un incontro pro-pedeutico al Consiglio dei ministri che si riunirà il giorno seguente. Sempre giovedì, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, informerà il Parlamento, le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della situazione finanziaria del Paese.
Dunque, febbrili queste giornate che precedono gli appuntamenti del governo e del capo del Tesoro. L’obiettivo è chiaro: dare un segnale forte ai mercati, nonostante ieri Olivier Bailly, uno dei portavoce della Commissione europea, ha anticipato che i messaggi emersi nel corso del fine settimana dalle diverse autorità e istituzioni sovranazionali vanno nella stessa direzione. Così, dopo la giornata burrascosa di ieri – da non sottovalutare anche la lettera della Bce – qualcosa nei piani del governo dovrà subire cambiamenti.
Tra le misure allo studio del governo italiano che potrebbero arrivare sul tavolo delle parti sociali e del Parlamento, vi sarà anche un decreto legge (quindi, una misura «urgente e necessaria»), da approvare entro questa settimana.
AUSTERITY. Dal blocco di quelle di anzianità per 12-18 mesi, all’anticipo dell’allungamento dell’età lavorativa delle donne. anzianità per 12-18 mesi, all’anticipo, già nel 2012, delle norme di allungamento dell’età pensionabile per le donne. È ampio lo spettro degli interventi allo studio in materia previdenziale per fare fronte all’attuale nuova crisi e, secondo quanto si apprende, i tecnici del governo starebbero recuperando in queste ore molte delle misure drastiche che avevano già messo a punto nella manovra, approvata a luglio, ma che poi erano state “ammorbidite” e diluite nel tempo. Possibile anche l’anticipo dal 2013 al 2012 della riforma che aggancia l’età pensionabile alle aspettative di vita. Il capitolo pensioni resta quello che potrebbe dare i risparmi più consistenti e soprattutto strutturali. Secondo quanto si apprende, potrebbero essere recuperate delle misure che già erano state pensate nei mesi scorsi in vista della manovra. Tra le ipotesi, per esempio, un’accelerazione dell’allungamento dell’età pensionabile per le donne. Nella manovra si è stabilito l’allungamento di un mese a partire dal 2020 per arrivare a65 anni nel 2032. Potrebbe tornare l’ipotesi, circolata nelle prime bozze di allora, di un aumento di un anno già a partire dal 2012, per poi aumentare un anno ogni due. Sempre tra le ipotesi l’anticipo dal 2013 al 2012 della riforma che aggancia l’età pensionabile alle aspettative di vita, con la necessità dunque di lavorare tre mesi in più già a partire dal prossimo
anno. Un’altra delle misure che sarebbero state prese in considerazione è quella dell’allineamen-to della contribuzione tra i lavoratori dipendenti e i collaboratori: per questi ultimi è al 26 percento e potrebbe aumentare fino al 33 per cento. Misura non facile da mettere in campo ma che potrebbe portare in cassa tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro l’anno. C’è poi il capitolo delle pensioni anzianità e qui le ipotesi vanno dal blocco totale per un anno o 18 mesi ad un innalzamento dei requisiti: la quota che somma età anagrafica a età pensionabile potrebbe essere portata nel 2013 da 97 a 100.
In sostanza, il provvedimento dovrebbe muoversi su tre assi principali: pensioni, aumento dell’Imposta sul valore aggiunto (Iva) e privatizzazioni. Il problema, però, è che ancora si sta ragionando su quali altre misure si potrebbero eventualmente aggiungere a quelle già annunciate (tra cui la delega fiscale e assistenziale). Secondo fonti vicine al ministero dell’Economia, con un nuovo provvedimento straordinario si potrebbero avere effetti positivi per 4 miliardi di euro il prossimo anno e per venti miliardi di euro nel 2013. Senza un’accelerazione della riforma assistenziale, il governo si vedrebbe costretto a mettere mano per i prossimi anni alle numerose voci di detrazioni, agevolazioni e deduzioni a livello fiscale con effetti molto più pesanti. Una boccata d’ossigeno potrebbe arrivare dal recupero dell’evasione fiscale che quest’anno dovrebbe attestarsi oltre gli 11 miliardi di euro.
Intanto, la Bce ha proceduto ad acquistare sul mercato sia i Btp italiani sia i Bonos spagnoli come era stato annunciato. Il differenziale tra Btp e Bund, che venerdì era volato sopra i 400 punti base, è sceso ieri a un minimo di giornata di 284 punti. La forbice tra i titoli decennali spagnoli e quelli tedeschi è calata a 282 punti. Una mossa che però arriva, almeno per la parte italiana, dopo che Francoforte avrebbe ottenuto dal governo italiano rassicurazioni circa gli interventi da mettere in atto a stretto giro, come l’anticipo di un anno del pareggio di bilancio rispetto al 2014.
Il Riformista – 9 agosto 2011