Deludente intervento del premier a Montecitorio. Nessuna nuova misura per la crescita, ma solo un riepilogo della forza dell’economia italiana e un appello all’opposizione: “Collaboriamo, i fondamentali sono solidi, i mercati ci sottovalutano”
ROMA – Nessun annuncio di nuovi interventi per la crescita, neppure l’auspicato anticipo dei tagli previsti dall’ultima manovra economica al 2012. In attesa della replica serale a Palazzo Madama, il primo passaggio di Silvio Berlusconi davanti al Parlamento si è risolto in un invito a non seguire i nervosismi del mercato e ad avere fiducia nelle capacità del Paese. Alle 17.33 a Montecitorio, dopo la chiusura della Borsa, e un paio di ore più tardi in un discorso fotocopia di mezz’ora scarsa al Senato, Berlusconi ha riconosciuto il ruolo svolto dall’opposizione e l’ha invitata a collaborare ancora in futuro, ha annunciato un percorso di confronto con le parti sociali e ha rivendicato la sua esperienza di imprenditore “che ha tre aziende in Borsa, e che quindi è nella trincea finanziaria consapevole ogni giorno di quel che accade nei mercati”.
Chi sperava (pochi a dire il vero) in uno scatto nel giorno in cui lo stesso giornale di famiglia spiegava che il premier “si gioca tutto” è rimasto insomma deluso. Come in molti avevano pronosticato, l’intervento del presidente del Consiglio alla Camera per lanciare un messaggio chiaro in grado di fare scudo alla speculazione che da alcune settimane ha preso di mira l’Italia, portando lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi a toccare punte record, si è limitato in un rimasticamento di misure già prese e considerazioni già fatte. Il premier non è andato oltre un invito a non seguire i nervosismi del
mercato e ad avere fiducia nelle capacità del Paese. Ha ricordato che “l’Italia ha un sistema politico solido”, capace “con il contributo dell’opposizione” di approvare una forte manovra economica in appena tre giorni. “I fondamentali della nostra economia – ha inistito – sono solidi, le banche hanno passato stress test” e anche il ricorso alla cassa integrazione è in diminuzione. Per questo, ha denunciato ancora Berlusconi, il giudizio dei mercati non corrisponde alla situazione reale.
Il premier è tornato quindi a elencare i presunti punti di forza del nostro sistema, più volte citati in questi giorni, dalla vocazione al risparmio delle famiglie, al fatto che “dopo lo scoppio della crisi l’evoluzione dei nostri conti pubblici è risultata nel suo insieme più favorevole di quella di gran parte dei paesi avanzati” in quanto “abbiamo un deficit di bilancio meno ampio di quanto indicato (5%) e comunque più basso di altri paesi area europea”. Risultato ottenuto, secondo il presidente del Consiglio, “grazie alla azione di finanza pubblica del nostro governo” per cui l’Europa considera “l’Italia in condizioni di assoluta sicurezza”.
Berlusconi, pur ammettendo che in questa fase “la crescita è l’obiettivo essenziale” non è andato oltre a un elenco di buoni propositi. “Serve un piano d’azione immediato per lo sviluppo”, ha ribadito ed “è essenziale attuare la delega fiscale per modernizzare l’Italia”, venendo incontro a famiglie e imprese, ha proseguito il premier citando nel suo intervento anche lo sblocco dei fondi del Cipe per le opere infrastrutturali al sud. “Nell’incontro che avremo domani con le parti sociali – ha detto ancora – il governo proporrà una collaborazione per la stabilità, per la crescita e la coesione sociale che dovrà accompagnare il processo di riforme presentato nel maggio scorso in Europa. La crescita dell’economia è la conseguenza soprattutto della positiva convergenza dei comportamenti responsabili che degli attori istituzionali, economici e sociali”.
Un discorso insomma del tutto inferiore all’attesa che lo aveva accompagnato e che aggiunge poco a quanto già detto nei giorni scorsi. Parole accolte con applausi dei banchi della maggioranza e dal gelo delle opposizioni.
Repubblica.it – 3 agosto 2011