Il 32% di chi intraprende questa carriera ne soffre. Stress, casi di eutanasia e (futuri) stipendi bassi le cause
MILANO – Gli studenti di Veterinaria sono fra le categorie più a rischio di depressione: lo conferma una ricerca condotta dalla Kansas State University, dell’ateneo del Nebraska e della East Carolina University (Usa), pubblicata sul «Journal of Veterinary Medicine Education». Pare infatti che ben il 32% dei giovani che intraprende questo tipo di studi sia affetto dal disturbo, rispetto al 23% degli studenti di medicina umana e una percentuale ancora inferiore per quanto riguarda la popolazione generale. Indossare un camice bianco sembra quindi aumentare, di per sé, il rischio di dover fare i conti con il male di vivere. Ma per gli aspiranti medici degli animali, il pericolo è più concreto. Come spiegano gli autori dello studio, infatti, i veterinari, anche nel corso dei loro studi, hanno a che fare molto più spesso con casi di eutanasia, fortemente stressanti, o con richieste di interventi gratuiti o stipendi bassi. Motivi di natura diversa, ma che possono davvero deprimere una persona. Inoltre, fanno notare gli esperti, il 75% degli studenti di veterinaria è donna e l’universo femminile è notoriamente più esposto (fino a tre volte rispetto agli uomini) al pericolo di cadere nella morsa di questo disturbo mentale.
LO STUDIO- Uno studio della University of Southampton (Gb) e della Isfahan University of Medical Sciences (Iran) pubblicato sulla rivista ‘Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology’ aveva già evidenziato, lo scorso anno, che fra questi professionisti, il tasso di suicidio è di circa quattro volte superiore a quello della popolazione generale e circa due volte più di quello delle altre professioni sanitarie. Questo tipo di lavoro espone al rischio di malattie professionali causate da stress, carico di responsabilità individuali, certamente acuite, anche dall’incertezza del reddito, soprattutto per i liberi professionisti e i precari. Nel caso del veterinario, come dei medici che hanno in mano delle vite, è senz’altro possibile attraversare fasi dolorose per l’insuccesso terapeutico in animali incurabili. Anche per questo l’eutanasia è una soluzione che il veterinario intraprende con sofferta decisione. E affrontare questo tipo di situazioni, in aumento a causa della crisi e delle difficoltà finanziarie degli italiani, provoca molta ansia e stress fra i camici bianchì degli animali. Pesa poi sui veterinari italiani il numero considerevole di professionisti che escono ogni anno dalle tredici Facoltà italiane e di conseguenze le difficoltà nel trovare lavoro. (Fonte: Adnkronos Salute- 29 luglio 2011)