Il Gip aveva ritenuto non sussistere alcun reato in capo all’automobilista che dopo aver investito i gatto aveva impedito a due donne di entrare nel cortikle per assistere la bestiola. La Cassazione è stata di diverso avviso
“Il caso mi interessa lo porterò in Cassazione” diceva l’avvocato del notorio film “ Un giorno in pretura” con Alberto Sordi riferendosi ad una causa avente ad oggetto un gatto. Ed è quello che è accaduto alla sig.ra Nuvolari (nome ovviamente di fantasia) che alla guida della sua auto ha investito un gatto, decretandone la morte in quanto, successivamente all’evento, impediva a due donne di entrare nel cortile per assistere la bestiola e portarla al veterinario. Portato il caso in Cassazione, in quanto il GIP aveva ritenuto non sussistere alcun reato in capo alla sig.ra Nuvolari, la Suprema Corte è stata di diverso avviso ( sentenza del 22 luglio 2011 terza sezione penale). Nel caso di specie il PM aveva chiesto procedersi per il reato di maltrattamento di animali, errando nella qualificazione del reato in quanto la sig.ra Nuvolari aveva tenuto un comportamento non attivo ma omissivo, impedendo ad altri di soccorrere la bestiola. Però il fatto può essere inquadrato nel diverso reato di uccisione di animale ( art. 544 bis cp) che sanzione chiunque provochi la morte di un animale con crudeltà o senza motivo, rientrandovi , quindi, anche l’ipotesi omissiva.
Con la sentenza in esame gli Ermellini rimandano gli atti alla procura per il proseguio del procedimento che potrebbe costare caro alla sig.ra Nuvolari che forse invece delle auto farebbe meglio ad amare più gli animali.
Legalius.it – 26 luglio 2011