Con le ultime due manovre, Tremonti ha ingabbialo l’autonomia degli enti di previdenza dei professionisti. Cambio di rotta sui controlli molto più incisivi rispetto al passato
Le casse di previdenza dei professionisti italiani si ritrovano inaspettatamente in una situazione che ricorda la libertà vigilata. Con le ultime due manovre economiche il Tesoro ha infatti ingabbiato quasi del tutto l’autonomia degli enti di previdenza il messaggio di Giulio Tremonti è abbastanza chiaro. Non mi fido di come gestite i patrimoni degli iscritti. Con la nuova vigilanza affidata alla Covip si realizza un sistema di controllo molto più incisivo rispetto al passato. In qualche modo il governo ammette che i meccanismi di vigilanza esistenti (fra questi proprio quello dei ministeri dell’economia e del lavoro) non sono stati in grado di fermare per tempo gli effetti sulle casse dello tsunami finanziario del 2008. Affidando i controlli più incisivi a un organo tecnico, tra l’altro, i ministeri competenti evitano di assumersi la responsabilità politica di provvedimenti impopolari nei confronti di un settore che controlla molti voti. Cosa che finora ha impedito al governo di prendere provvedimenti seri. Un organismo tecnico come la Covip dovrebbe avere le mani più libere. Come se non bastasse tra sei mesi sarà emanato un decreto che disciplinerà le attività nelle quali le Casse potranno investire le proprie disponibilità, i criteri di investimento nelle varie categorie di valori mobiliari, le regole da osservare in materia di conflitti di interesse, il processo di selezione dei gestori, l’affidamento di tutte le risorse ad una banca depositaria. Di più, si è imposto un tetto agli stipendi dei dirigenti e il controllo sulle spese di gestione degli enti. Lo stato potrà intervenire e dire alle Casse che spendono troppo, imporre dei tagli alle spese di gestione e addirittura destinare i risparmi così conseguiti al risanamento dei conti pubblici. Altro che autonomia!
Italia Oggi Sette 25 luglio 2011