Federalismo. Nuovo testo dei relatori su «premi e sanzioni» Tra le ultime novità un maxi-progetto per tutte le amministrazioni sul pagamento dei debiti verso le imprese
Anche per i ministeri arrivano i costi standard e i ministri che non li rispettano potranno essere sfiduciati dalle Camere. Mentre per tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e periferiche, scatterà un maxi piano per il pagamento dei debiti verso le imprese con la scesa in campo delle banche e degli intermediari finanziari. Tra strette e allentamenti verso i governatori in default per idebiti sanitari, si avvicina una nuova rivoluzione delle regole su «premi e sanzioni» agli amministratori locali in attuazione del federalismo fiscale. Le novitàarrivano dalla bicameralina parlamentare dove i due relatori di maggioranza e di opposizione, Enrico La Loggia (Pdl) e Antonio Misiani (Pd), hanno presentato un testo alternativo a quello del Governo sull’ottavo tassello attuativo della legge sul federalismo fiscale. Il testo, e gli emendamenti già preannunciati in commissione, sarà votato forse la prossima settimana.
Una ciambella ai governatori
Le prime modifiche proposte dai relatori intanto confermano in pieno, ma con altre novità, le anticipazioni del Sole-24 Ore del 17 luglio sulle modifiche caldeggiate dallo stesso Governo. Tutte le Regioni – anche quelle a statuto speciale ora chiamate più direttamente in causa – e non più solo quelle sotto piano di rientro dal deficit sanitario, dovranno presentare una relazione (non un «inventario») «di fine legislatura» da presentare entro 15 giorni dall’indizione delle nuove elezioni sulla situazione economica e finanziaria complessiva che lasciano in eredità, e non solo sulla spesa sanitaria. In caso di grave dissesto dei conti di asl e ospedali, però, per il governatore non scatterà il «fallimento politico», ma la semplice «rimozione» per «responsabilità politica nel proprio mandato» dopo una verifica della Corte dei conti. Di più: i governatori rimossi per dieci anni saranno «incandidabili», e non più «interdetti», a qualsiasi carica pubblica o di governo in tutte le amministrazioni statali e locali. I due relatori confermano poi il passo indietro anticipato dal Sole-24 Ore sulle penalità ai partiti: non ci sarà infatti il taglio del 30% delle spese elettorali alle liste e coalizioni che ricandidino un governatore rimosso prima dei dieci anni di “riposo” imposto ora per legge. La decadenza scatterà anche per manager sanitari e dell’assessorato alla sanità con interdizione automatica di io anni da qualsiasi carica in enti vigilati e partecipati del sistema pubblico.
Costi standard nei ministeri
Un articolo nuovo di zecca è dedicato nel testo dei relatori all’entrata regime dei fabbisogni standard per tutte le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato. Dove pure, come per Regioni ed enti locali, si dovrà abbandonare la vecchia strada della spesa storica e imboccare quella della convergenza verso fabbisogni e costi standard. I risultati andranno trasmessi ogni anno alle Camere che adotteranno le iniziative previste dai rispettivi regolamenti, inclusa la sfiducia al ministro responsabile, come caldeggiano i due relatori.
Debiti verso le imprese
Entro due mesi dall’entrata in vigore del decreto l’Economia promuoverà un tavolo tecnico con l’Abi e Regioni ed enti locali per la messa a punto di una convenzione con banche e intermediari finanziari per trovare soluzioni ai debiti per i ritardati rimborsi alle imprese creditrici verso le autonomie. Ma si cercheranno anche forme di compensazione al patto di stabiilità per fasce di popolazione nei comuni per onorare le fatture non pagate. Mentre per i debiti dello Stato saranno individuate «nuove modalità e agevolazioni» per la cessione pro soluto dei crediti certi ed esigibili delle imprese.
Ilsole24ore.com – 25 luglio 2011