I governatori a Roma bocciano il balzello: «Danneggia il sistema sanitario nazionale»
Ticket sanitari: è l’ora dei controlli. Controlli a campione, per verificare quanti – tra le categorie di cittadini già esentate – hanno effettivamente diritto all’agevolazione. La notizia, filtrata dalla Regione, conferma le difficoltà dei tecnici della Sanità nel trovare la quadra per ottemperare alla legge Finanziaria che dal 17 luglio, data di entrata in vigore, prevede la compartecipazione delle Regioni al gettito dei ticket: impresa titanica, almeno in Piemonte, considerati i conti del bilancio e i paletti del piano di rientro concordato con il governo.
Gran lavorio dei tecnici coordinati da Paolo Monferino, in stretto contatto con quelli del Bilancio, nel disperato tentativo di trovare la quadra. Anche così, e nonostante le aspettative dei cittadini e degli operatori sanitari, sembra difficile che la giunta odierna dica una parola definitiva su come intende sciogliere il rebus. Neppure l’incontro dei governatori in Conferenza delle Regioni, svoltosi ieri a Roma, ha portato sostanziali novità sul tema, fatta salva la contrarietà dei presidenti a caricarsi di un provvedimento giudicato iniquo sotto tutti i punti vista. «Ribadiamo con forza e fermezza che la scelta è sbagliata – ha scandito Vasco Errani, il presidente -: provoca iniquità e danno al sistema sanitario nazionale». E ancora: «Auspico che il ministro Fazio lavori nel governo perché trovino una copertura adeguata ai ticket».
Auspicio condiviso in Piemonte, dove i vincoli del piano di rientro rendono la strada ancora più stretta. Esclusa l’ipotesi di coprire di tasca propria l’importo dei nuovi ticket: significherebbe rimediare 29 milioni nel 2011 e 73 nel 2012, oltretutto nel perimetro del bilancio della sanità, che la Regione non ha idea di come trovare. La prospettiva più plausibile è la modulazione per fasce di reddito dei ticket da 10 euro sulle ricette. Fasce autocertificate, sulle quali la Regione potrebbe far scattare nei prossimi giorni una serie di controlli per accertare la legittimità delle esenzioni. I dubbi si appuntano anche sull’assegnazione dei «codici» nei pronto soccorso: negli ultimi anni quelli «verdi» a media intensità patologica, sui quali il ticket non si paga, hanno superato di gran lunga i «bianchi» (a bassa intensità e dove invece è previsto). Il sospetto è che parte dei medici, magari su pressione dei cittadini, chiudano un occhio convertendo in «verdi» codici a tutti gli effetti «bianchi».
Da qui l’idea di accompagnare le ultime verifiche con una serie di controlli a campione che permettano di definire meglio il panorama delle esenzioni: accertamenti dai risultati imponderabili e comunque vincolati a una tempistica dai margini sempre più stretti. Stante la confusione tra i cittadini e gli operatori sanitari, che in attesa di una decisione della Regione (seguita da apposita circolare) non sanno come regolarsi, urge una parola chiara
lastampa.it – 22 luglio 2011