Si adegua la Sicilia, mentre la Lombardia dal 1° agosto si prepara a cambiare strada tentando di alleggerire la stangata per gli assistiti.
Ma il fronte del no al superticket su visite e analisi resta compatto: ancora ieri niente balzelli in più in Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Marche. E neppure in Campania e Calabria, sebbene siano sottoposte a un piano di rientro dai debiti sanitari. Anche se il Governo non cede e sulle Regioni pende la spada di Damocle delle denunce per danno erariale per «mancata riscossione» di somme dovute per una legge dello Stato. Nuovo giro, nuova giornata di passione per l’applicazione del superticket tornato in vita da lunedì con l’entrata in vigore della manovra.
Quella di oggi potrebbe essere una giornata in parte cruciale. Gli assessori si incontreranno a Roma anche per studiare eventuali soluzioni comuni, poi vedranno il ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Il pressing sul Governo continua, ma l’Economia non fa alcun passo indietro. Anzi, anche perché sempre più viene agitato il fantasma dell’intervento di Guardia di finanza e giudici contabili. E questo mentre i sindacati confederali si schierano apertamente dalla parte delle “Regioni no ticket”. Dopo l’immediata presa di distanza dei giorni scorsi della Cgil che chiede di ritirare il balzello, ieri è scesa apertamente in campo anche la Cisl con il segretario generale Raffaele Bonanni: il sindacato si mobiliterà con vertenze in tutte le Regioni contro i ticket «a tutela delle fasce più deboli». Piuttosto, si ripete, vengano tagliati i costi locali della politica. «Fanno benissimo le Regioni che hanno scelto di congelare i ticket», ha detto Bonanni.
In una situazione di confusione e di incertezza per i cittadini anche dove la stangata è già partita, tra regole che mancano e sistemi informatici spesso impreparati, ieri non sono mancate le novità. In Sicilia il ticket – che nelle strutture private accreditate già si pagava da lunedì – è stato introdotto con una direttiva commissariale firmata nel pomeriggio e ora anche Asl e ospedali pubblici lo applicano: sarà di 10 euro, ma comprensivo dei 2 che già si pagavano. Con la Sicilia salgono così a 6 – insieme a Lombardia, Lazio, Liguria, Puglia e Basilicata – le Regioni dove è ufficialmente scattato il superticket da 10 euro.
Strada diversa ha scelto la Lombardia dopo una riunione con il presidente Roberto Formigoni e l’assessore Luciano Bresciani. La delibera, che sarà formalizzata oggi in Giunta, prevede di cambiare dal 1° agosto, dopo che l’Economia avrà dato il via libera: per le ricette fino a 5 euro il ticket non sarà applicato, poi la tariffa sarà del 30% sul valore della ricetta fino a un pagamento massimo di 30 euro in più, aggiuntivi alla franchigia di 36,15 euro. Con questo cambio di rotta – ma fino al 1° agosto resta in vita il superticket da 10 euro – si pagherà meno per le piccole prestazioni, quelle più frequenti, mentre per quelle più costose, come la risonanza magnetica dell’addome, potrà capitare di pagare più della tariffa nazionale con il superticket da 10 euro. Insomma, una spalmatura diversa e graduale del prelievo. Dobbiamo adeguarci a una legge dello Stato, ha detto Formigoni, che ha confermato di voler incalzare il Governo affinché ritiri la misura e rifinanzi la copertura del superticket. «Le Regioni che si sottraggono al rispetto della legge sono imputabili per danno erariale e l’azione della Guardia di finanza sarebbe automatica», ha sottolineato il governatore lombardo, al quale però le opposizioni chiedono di ritirare del tutto la misura e contestano: con la «rimodulazione» si pagherà di più.
Sanita.ilsole24ore.com – 20 luglio 2011