Assenze ingiustificate anche di sei ore in una giornata lavorativa di otto. Finte missioni, shopping, visite al mercato settimanale e mille altre occupazioni. Tutto pur di non lavorare.
Sono 101, su un totale di 115, i dipendenti assenteisti della sede di Rovigo della Regione Veneto cui in questi giorni stanno arrivando gli avvisi di chiusura indagini nell’inchiesta della guardia di finanza di Rovigo, coordinata da sostituto procuratore Sabrina Duò, per truffa ai danni dello Stato e falso in atto pubblico. Un fenomeno di vaste proporzioni che era continuato indisturbato fino alla metà del 2009, quando alcuni colleghi degli indagati, stanchi di sobbarcarsi anche il lavoro altrui, avevano denunciato i comportamenti truffaldini. Così era venuto alla luce un sistema di scambio di badge e di timbrature fatte per altri, con dipendenti che si allontanavano anche più volte nell’orario di ufficio, immediatamente dopo aver registrato l’ingresso e timbrato il cartellino. Oppure personale che si assentava per ore in missioni inesistenti che nessuno aveva autorizzato. Altro che pausa caffè. Presto era stato chiaro che non si trattava di fenomeni isolati, ma di un sistema ben collaudato e ripetuto, cui partecipava la quasi totalità dei dipendenti degli uffici di viale della Pace, dove hanno sede anche il Genio civile e l’Ispettorato per l’agricoltura.
Nel corso dell’inchiesta sono state analizzate a una a una le posizioni dei dipendenti degli uffici rodigini: un lavoro certosino delle fiamme gialle e della Procura che si è concluso nei giorni scorsi e che ha comparato le entrate e le uscite dei dipendenti, con i permessi, le missioni, i timbri di cartellino, le uscite per servizio, i tabulati meccanografici, le badge card e tutto quanto potesse in qualche modo giustificare l’assenza dal posto di lavoro.
Il risultato finale è stato quasi un “en plein”. Complessivamente gli accertamenti hanno interessato 103 persone. Solo in due casi gli investigatori hanno accertato la perfetta regolarità e la corrispondenza tra le ore lavorate e quelle registrate con le relative timbrature del cartellino. Per tutti gli altri sono state accertate assenze dal posto di lavoro ingiustificate che vanno da poco più di un quarto d’ora fino a sei su otto ore lavorative. Ora i 101 indagati avranno tempo venti giorni per presentare memorie difensive e chiedere di essere sentiti dal pubblico ministero. Dopo di che il magistrato potrà procedere alle richieste di rinvio a giudizio.
L’inchiesta è stata lunga e articolata. Gli inquirenti, attraverso le riprese video e fotografiche, centinaia e centinaia di ore di filmati, avevano ricostruito i movimenti dei dipendenti. Da quelle riprese le conferme: molti si allontanavano anche più volte nell’orario di ufficio. Tanti appaiono nei filmati mentre rientrano con le borse della spesa: il fenomeno dell’assenteismo raggiungeva le punte massime il martedì e il giovedì, i giorni di mercato in città. Ma evidentemente gli indagati trovavano anche altri modi per impiegare il tempo, visto che le assenze spesso si protraevano per ore.
Il Gazzettino – 20 luglio 2011