Piazza Affari parte male, poi peggiora e nel finale sprofonda del 3,06%. Giù le borse asiatiche, chiusa Tokio
MILANO – La Borsa ha bocciato la manovra. Nella prima seduta dopo l’approvazione del provvedimento di riordino della finanza pubblica, Piazza Affari è partita in deciso calo, con il Ftse Mib in flessione di circa l’1%. Nel prosieguo della seduta il mercato azionario non è riuscito a recuperare. Anzi la pressione delle vendite si è via via fatta più massiccia (soprattutto sui titoli bancari). Alla fine il Ftse Mib ha perso il 3,06%, maglia nera tra tutti i listini europei.
I TITOLI – Piazza Affari è stata trascinata al ribasso soprattutto da bancari (nella prima seduta dopo l’esito degli stress test) e assicurativi. Pesante la seduta di Monte dei Paschi (-7,16%), Unicredit ha perso il 6,36%, Intesa il 6,63%, Ubi Banca -5,04% Mediobanca -3,1%, Popolare Milano -4,78%. Giornata nera anche per gli assicurativi con FonSai che ha perso quasi 8 punti percentuali (-7,93%), Unipol -4,37%, Generali -3,75. Seduta in deciso ribasso anche per Parmalat (-7,15%), Telecom (-2,38%), Fiat -4,37%. Fra gli energetici Enel ha terminato le contrattazioni in flessione dell’1,84%, Eni -1,75%.
LE TENSIONI SUI BTP – Continua a preoccupare anche lo spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi. Il differenziale di rendimento tra Btp 10 anni e Bund tedeschi, dopo un’apertura a quota 306 punti, ha infatti toccato secondo i dati del sito Bloomberg i 335 punti, dopo un record infra-day a 337 punti. Volano anche i rendimenti dei titoli di altri paesi sotto pressione: i bond greci a 10 anni sfiorano il record a 18,06% mentre per quelli spagnoli a 10 anni lo yield è del 6,31 %. Stabile, invece, al 12,68% il rendimenti dei bond decennali portoghesi.
TASSA BANCARIA – Novità sarebbero in arrivo in Europa sul fronte bancario. I governi dei 17 paesi della zona euro prevedono la creazione di una tassa bancaria per consentire al settore privato di partecipare alle operazioni di salvataggio delle finanze della Grecia. Secondo quanto riferisce il quotidiano tedesco «Die Welt», in edicola oggi, questa tassa dovrebbe riguardare anche le banche che non sono «direttamente impegnate in Grecia». Lo scenario, descritto da fonti diplomatiche di alto rango, prevede anche che il settore bancario privato «contribuisca all’acquisto di obbligazioni greche».
LE PERPLESSITA’ EUROPEE – Un vertice straordinario della zona euro è previsto giovedì a Bruxelles, con l’obiettivo urgente di mettere a punto un nuovo piano di aiuti per Atene. Ma secondo il «Die Welt», alcuni alti esponenti del Fondo monetario internazionale hanno espresso l’auspicio che questa organizzazione non partecipi alle nuove misure di salvataggio della Grecia. Annunciata venerdì sera dal presidente del Consiglio Ue Van Rompuy, la riunione dei capi di Stato e di governo di giovedì prossimo è chiamata a discutere principalmente del secondo pacchetto di aiuti alla Grecia e in particolare il ruolo dei creditori privati, tema che vede le capitali europee in ordine sparso. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ribadito domenica la posizione di Berlino, che spinge per un intervento volontario ma significativo del settore privato, mentre il consigliere esecutivo Bce Lorenzo Bini Smaghi ha proposto che sia il fondo di stabilità Efsf a mettere a disposizione fondi per un buy-back sul secondario. Gli investitori temono che in entrambi i casi possano intervenire le agenzie di rating con un declassamento dei titoli greci a «default» che impedirebbe alla Bce di accettare debito ellenico come collaterale delle operazioni pronti contro termine. «Il mercato guarda principalmente al vertice europeo, preceduto da un clima di speculazione» spiega un operatore londinese. Superati da 82 sul totale di 90 delle banche esaminate, gli stress test Ue sembrano non bastare a convincere gli investitori circa la solidità degli istituti di credito europei di fronte alle difficoltà di finanza pubblica.
L’INDAGINE DELLA PROCURA – La speculazione sui mercati borsistici e sul mercato secondario dei titoli di Stato seguita alla diffusione di rating sull’Italia e, in particolare, ai giudizi espressi sulla manovra correttiva sono ora sotto i riflettori della magistratura. Il pm di Trani Michele Ruggiero, che aveva già aperto un’ inchiesta sulle agenzie di rating nel passato, l’ha ampliata anche alla possibile speculazione delle ultime settimane, dopo l’arrivo di un esposto denuncia da parte dell’Adusbef e Federconsumatori. Il magistrato, accompagnato da alcuni ufficiali della Guardia di Finanza, si è recato oggi alla Consob, dove ha raccolto dati e informazioni sul confronto che la stessa Autorità di Borsa aveva avviato con le agenzie di rating dopo la diffusione dei report. Secondo quanto si è appreso, anche magistrati di Roma e Milano avrebbero aperto dei fascicoli in merito.
OLTRE-ATLANTICO – A proposito di agenzie di rating Fitch (una delle tre più importanti insieme a Moody’s e Standard&Poor’s) – riguardo il debito degli Stati Uniti – rimane dell’opinione che si arriverà a un accordo sul debito entro il 2 di agosto e che dunque il governo Obama farà a tempo tutti i pagamenti necessari per rispettare i propri impegni. Tuttavia, «nel caso improbabile che il tetto del debito non venga aumentato entro la data del 2 di agosto Fitch porrà il rating sovrano degli Stati Uniti sotto osservazione in vista di un possibile downgrade». Mentre Moody’s suggerisce di eliminare il limite vincolante per legge all’indebitamento pubblico in vigore da praticamente un secolo. Una proposta che punterebbe a ridurre le incertezze tra gli investitori che da mesi assistono allo stallo della politica sulla questione. Il tutto con il rischio che in assenza di un accordo entro il 2 agosto, il governo dovrá chiudere i rubinetto dei pagamenti facendo tecnicamente piombare il gli Usa in un default.
ASIA- La giornata negativa dei mercati europei era stata preceduta dalla seduta negativa anche delle borse dell’area Asia-Pacifico, che hanno risentito delle preoccupazioni per un eventuale default degli Stati Uniti e dei timori per una diffusione della crisi del debito ad altri paesi della zona euro. Venerdì scorso, a mercati chiusi, sono stati diffusi i risultati degli stress test su 90 banche europee, che però sembra non siano riusciti a convincere gli investitori. Questa generale situazione di incertezza ha ridotto l’appetito per il rischio, portando gli investitori a puntare su beni rifugio come l’oro, che oggi ha segnato nuovi record. La borsa di Tokyo oggi è chiusa per festività. Tra le principali piazze asiatiche, le maggiori perdite sono stati registrate da Seul. In calo anche Hong Kong, nonostante il balzo registrato da Agricultural Bank of China, che ha trainato l’intero settore. Giù Shangai, Taiwan, che ha chiuso in ribasso dello 0,4%, e Singapore.
Corriere.it – 18 luglio 2011