Presentato a Roma il Rapporto sulle frodi alimentari e agroalimentari. 22 milioni il valore degli alimenti adulterati e sofisticati
“Portare avanti una battaglia per la buona qualita’ dell’ambiente significa influire anche sulla buona qualita’ del cibo”. Cosi’ Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente ha spiegato il perche’ “un’associazione ambientalista come la nostra ha presentato questo Rapporto sulle frodi alimentari e agroalimentare in Italia nell’anno 2011”.
La ricerca fotografa il panorama italiano dei controlli e dei sequestri nel settore. Nel 2010 sono stati quasi 11 milioni e mezzo i prodotti contraffatti in Italia (Ufficio antifrode Agenzia delle Dogane) senza contare il valore dei beni adulterati e sofisticati che aggira intorno a oltre 22 milioni di euro per il Nac (Nucleo antifrodi dei Carabinieri Politiche agricole), oltre 1,5 milioni per i Naf (Nucleo agroalimentare e forestale) e oltre 756 milioni per i Nas.Invece per l’ Ispettorato il valore dei beni sequestrati e’ pari a 9,5 milioni di euro.
I dati relativi a contraffazioni e sofisticazioni possono essere interpretati anche secondo prospettive positive. Non solo perche’ il risultato dei tantissimi controlli ma anche perche’ “e’ la prova che i prodotti italiani sono di grande qualita’- ha detto l’On. Paolo Russo, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati – dovremo essere orgogliosi di questi dati che confermano cosa il cibo italiano rappresenta all’estero”.
Sulla stessa linea Giuseppe Serino, Ispettore Generale Capo dell’Ispettorato centrale della tutela della qualita’ e repressione frodi dei prodotti agroalimentari che ha affermato “L’agroalimentare e’ il punto di forza del nostro sistema economico perche’ ha delle regole e perche’ c’e’ qualcuno che le fa rispettare. E’ vero, i controllori sono tanti e molti affermano che non vi e’ coordinamento. Ma la nostra specificita’ e’ anche la nostra forza. Siamo anche coordinati e un esempio e’ la costituzione di banche dati condivise”.
La presentazione del rapporto e’ stata anche l’occasione di un confronto su proposte per una maggiore sicurezza degli alimenti e tutela del consumatore. L’On. Russo ha innanzitutto ricordato gli attuali strumenti normativi “dalla legge italiana sull’etichettatura ancora in attesa del via libera europeo al recente voto del Parlamento Ue che dimostra come in ambito europeo qualcosa stia cambiando dopo anni di posizioni ostative nei confronti dell’etichettatura dei prodotti agroalimentari”.
Proprio sul fronte normativo il Colonnello Maurizio Delli Santi ha sottolineato come “sebbene l’Italia abbia un impianto normativo molto avanzato non sia possibile paragonare la frode in commercio per un paio di scarpe alla frode in commercio per gli alimenti”. Non mancano le proposte da parte dello stesso Presidente di FareAmbiente che ha evidenziato l’importanza non solo della “tracciabilita’ dei prodotti in commercio ma anche nel ristorante. Crediamo sia essenziale che il consumatore possa sapere da dove provengono gli ingredienti dei piatti. Come sarebbe essenziale promuovere l’educazione alimentare nelle scuole. Proprio in questo contesto si inserisce l’ultima parte del rapporto dedicata ai consigli per il cittadino per difendersi dalle frodi”.
Tra gli obiettivi e le proposte dei Nas c’è invece lo sviluppo di attività ispettive e non solo all’estero. “Le frodi nel settore agroalimentare – ha spiegato Sergio Tirrò, Capo Sezione addetramento e Studi del Comando – hanno sempre più a che fare con vere e proprie imprese criminali che portano a termine condotte illecite. In aumento è anche la connotazione internazionale. Per questo è forte la necessità di collaborare con le forze di polizia e gli organi di controllo di altri paesi. Posso però affermare che all’estero è difficile trovare Stati con un sistema di controlli ad hoc come quello italiano”. D’altra parte, ha concluso Tirrò “l’Italia non è il paese dove avvengono più fordi ma quello dove ci sono più controlli”.
2011 – redattore: SB