Inizia lunedì 11 luglio l’iter parlamentare della manovra. L’appuntamento è per le prime audizioni alla Commissione Bilancio del Senato
Ma già martedì scadrà il termine per gli emendamenti e poi il giorno dopo di corsa al voto perché per il via libera definitivo c’è meno di un mese di tempo. Si lavora alle modifiche e i gruppi di maggioranza si vedranno tra lunedì e martedì per mettere a punto gli emendamenti.
Anche Confindustria auspica “l’apertura a suggerimenti”, come ha detto oggi il vice presidente Alberto Bombassei, che ha anche espresso “delusione” per i “non ampi” tagli ai costi della politica. Assicurazioni sull’apertura al confronto arrivano dal sottosegretario all’Economia Luigi Casero. “Metteremo la fiducia per dare un segnale di approvazione nei tempi, ma in Commissione siamo pronti – garantisce il rappresentante del Tesoro – a discutere le proposte dell’opposizione, ovviamente salvaguardando i saldi”.
Tra i temi suscettibili di modifica il blocco della rivalutazione delle pensioni. Lo ha confermato oggi anche il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua: “Per chi già percepisce una pensione non cambia nulla o quasi anche perché i ministri Tremonti e Sacconi si sono detti già disponibili a valutare la norma sulla rivalutazione, che in ogni caso incide per pochi euro”.
La lettura del complesso testo della manovra fa intanto emergere altre piccole novità: spunta, per esempio, la tassa per chi vuole separarsi o divorziare. Per fare domanda in tribunale sarà infatti necessario pagare il contributo unificato che va da 37 a 85 euro.
Verso la cancellazione poi delle mini liti previdenziali: le cause pendenti per importi inferiori ai 500 euro verranno estinte dando automaticamente ragione alla parte ricorrente. E infine il forfait al 5% per le nuove attività riguarda i giovani ma non è indicato il requisito anagrafico dei 35 anni, come invece era stato detto in un primo tempo.
Bersani: «Non credo che i mercati si aspettino la nostra astensione sulla manovra in Parlamento. Le preoccupazioni internazionali mettono insieme Wall Street e i nostri sindacati: bisogna crescere e sostenere la nostra economia – spiega il segretario del Pd – Non è l’astensione che risolve il problema. Noi daremo la nostra mano facendo le nostre proposte per le riforme. In settimana presenteremo le nostre idee che riguardano anche il contenimento dei costi della Pubblica amministrazione e presenteremo un certo numero di emendamenti alla manovra». Certo, attacca il leader Pd, «è una cosa fuori da ogni minimo rispetto e buonsenso costringere ad approvare una manovra da 47 miliardi in tre settimane, con il voto di fiducia e dei giorni per gli emendamenti». Ed era proprio per consentire un dibattito approfondito in Parlamento che «noi avevamo fatto una proposta ragionevole sui tempi ma non è stata nemmeno presa in considerazione dal governo».
Idv: non condividiamo ma saremo costruttivi. «L’Italia dei Valori sin da ora s’impegna, in occasione della discussione parlamentare della manovra finanziaria, a presentare esclusivamente emendamenti che contengano riduzioni della spesa pubblica e misure di rilancio dell’economia del paese, ma sempre dotate di rigorosa e autonoma copertura finanziaria. Auspichiamo che il governo accetti il confronto e il dibattito parlamentare», affermano in una nota congiunta il presidente IdV Antonio Di Pietro, i capigruppo Idv al Senato e alla Camera Felice Belisario e Massimo Donadi e il portavoce del partito Leoluca Orlando.
«In una fase cosi delicata per il Paese, con la Borsa italiana e i titoli di Stato messi sotto attacco dalla speculazione finanziaria, la responsabilità nazionale deve prevalere sugli interessi politici – dice il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa – Sarebbe da irresponsabili gioire della debolezza del governo senza contribuire a indicare vie alternative per uscire da questa situazione. È il momento di rasserenare il clima politico e creare le condizioni per ragionare su riforme strutturali che possano riportare l’Italia sui binari della stabilità e della crescita: è molto importante che proprio dalle opposizioni, penso prima di tutto all’iniziativa di Casini e Bersani, sia arrivato in queste ore un segnale di grande distensione e responsabilità in questo senso».
Lunedì dunque si parte con l’ascolto delle parti sociali. I primi, a partire dalle 16.30, saranno i rappresentanti di Confindustria. Sempre domani sono previste le audizioni di Rete Imprese Italia, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Sinpa. Chiduerà la giornata dei audizione l’Abi
10 luglio 2011 – riproduzione riservata