Con oltre 11 milioni di euro in progetti comunitari l’Istituto “Giuseppe Caporale” di Teramo si impone come leader della rete di sicurezza alimentare e nel controllo delle malattie animali dell’intera area balcanica.
Un primato riconosciuto dal Presidente della Commissione regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità animale, Nikola Belev, nei giorni scorsi a Teramo per guidare una numerosa delegazione di responsabili dei Servizi veterinari e laboratori centrali dei Paesi d’oltre Adriatico. Il punto d’incontro è stato il Centro internazionale di formazione e informazione veterinarie “Francesco Gramenzi”, diventato in poco meno di due anni il punto di di scambio delle conoscenze scientifiche e legislative in materia di formazione e cooperazione internazionale. Belev ha sottolineato come Teramo e l’Abruzzo rappresentino in numero di progetti un’Italia al quarto posto in Europa dietro a Francia, Germania e Regno Unito, ma soprattutto l’importanza del sostegno che lo staff del direttore Vincenzo Caporale ha offerto a paesi come Bosnia, Serbia, Albania, Montenegro, Macedonia e Croazia. Per quest’ultima, in particolare, fondamentale è stato il contributo offerto per “allineare” agli standard qualitativi europei le produzioni locali e dunque rendere il Paese pronto all’ingresso nell’Unione Europea.
L’istituto conta 400 dipendenti, 5 sedi in Abruzzo e 3 in Molise: l’Ue gli affida formazione in tutto il territorio comunitario e l’organizzazione delle reti di controllo della sicurezza alimentare e della sorveglianza delle malattie animali. E la Regione Abruzzo? «Il Cifiv e la nostra presenza in particolare nei Balcani», sostiene il direttore Caporale, «è proprio uno degli ultimi gesti di fiducia della Regione nei confronti di questo Istituto, grazie alle intuizioni dell’allora presidente Giovanni Pace e della dirigente Carla Mannetti, che diedero una spinta decisiva ai due progetti Interreg. Il resto è storia nota, si continua a ignorare una realtà che gestisce oltre 11 milioni di progetti nei Balcani». Proprio nella seconda metà del 2011 si stanno organizzando una serie di iniziative per celebrare i 70 anni dalla fondazione dell’Istituto che attende ancora la nuova sede centrale: un cantiere da 60 milioni e tanta occupazione bloccati per ritardi istituzionali.
Un primato riconosciuto dal Presidente della Commissione regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità animale, Nikola Belev, nei giorni scorsi a Teramo per guidare una numerosa delegazione di responsabili dei Servizi veterinari e laboratori centrali dei Paesi d’oltre Adriatico. Il punto d’incontro è stato il Centro internazionale di formazione e informazione veterinarie “Francesco Gramenzi”, diventato in poco meno di due anni il punto di di scambio delle conoscenze scientifiche e legislative in materia di formazione e cooperazione internazionale. Belev ha sottolineato come Teramo e l’Abruzzo rappresentino in numero di progetti un’Italia al quarto posto in Europa dietro a Francia, Germania e Regno Unito, ma soprattutto l’importanza del sostegno che lo staff del direttore Vincenzo Caporale ha offerto a paesi come Bosnia, Serbia, Albania, Montenegro, Macedonia e Croazia. Per quest’ultima, in particolare, fondamentale è stato il contributo offerto per “allineare” agli standard qualitativi europei le produzioni locali e dunque rendere il Paese pronto all’ingresso nell’Unione Europea.
L’istituto conta 400 dipendenti, 5 sedi in Abruzzo e 3 in Molise: l’Ue gli affida formazione in tutto il territorio comunitario e l’organizzazione delle reti di controllo della sicurezza alimentare e della sorveglianza delle malattie animali. E la Regione Abruzzo? «Il Cifiv e la nostra presenza in particolare nei Balcani», sostiene il direttore Caporale, «è proprio uno degli ultimi gesti di fiducia della Regione nei confronti di questo Istituto, grazie alle intuizioni dell’allora presidente Giovanni Pace e della dirigente Carla Mannetti, che diedero una spinta decisiva ai due progetti Interreg. Il resto è storia nota, si continua a ignorare una realtà che gestisce oltre 11 milioni di progetti nei Balcani». Proprio nella seconda metà del 2011 si stanno organizzando una serie di iniziative per celebrare i 70 anni dalla fondazione dell’Istituto che attende ancora la nuova sede centrale: un cantiere da 60 milioni e tanta occupazione bloccati per ritardi istituzionali.
Il Centro – 4 luglio 2011