Rincari del fisco locale in vista per 10 milioni di italiani. È il risultato dell’effetto combinato degli aumenti dell’addizionale Rc auto, già decisi da 29 province (molte altre stanno ancora valutando il da farsi), e di quelli relativi all’addizionale Irpef, già ufficializzati da una cinquantina di Comuni.
A rendere possibile questa valanga di rincari sono i decreti sul fisco comunale (Dlgs 23/2011), provinciale e regionale (Dlgs 68/2011). Il primo permette ai sindaci che al momento dello stop imposto nel 2008 avevano un’addizionale Irpef sotto la soglia media dello 0,4%, di poterla aumentare dello 0,2% annuo per due anni. Per chi è già a questo livello, oppure ne ha raggiunto uno superiore, invece, non c’è nessuna possibilità di intervento, dato che il massimo di legge è lo 0,8. Per quanto riguarda la Rc auto, invece, gli aumenti partiranno dal 1° luglio e potranno essere pari al massimo al 3,5%: partendo da una soglia precedente del 12,5 si potrà arrivare, allora, fino al 16 per cento.
Una mossa quasi obbligata per molti enti locali, visti i tagli applicati dalla manovra estiva e quelli in arrivo con il provvedimento in preparazione. Senza dimenticare che le amministrazioni escono da un blocco fiscale durato tre anni. «La situazione della finanza locale – spiega Massimo Nobili, presidente della Provincia di Verbania, parlando di Rc auto – ci ha costretto ad aumentare la percentuale fino al massimo del 16%. Le minori entrate e i mancati trasferimenti statali ci mettono a dura prova. Gran parte delle risorse che nel 2011 entreranno nelle casse provinciali saranno destinate ai capitoli di spesa del sociale». Un aumento “forzato” arriverà anche nella Provincia di Massa Carrara. L’assessore al Bilancio, Sara Vatteroni, lo spiega così: «L’incremento si è reso necessario per le esigenze di manutenzione delle strade e soprattutto delle scuole. La nostra Provincia con i suoi 32 plessi non riceve da anni risorse dallo Stato per l’edilizia scolastica». Sullo stesso piano anche Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza: «A maggio abbiamo approvato il bilancio con l’addizionale ferma al 12,5%. Ma ora stiamo valutando la possibilità di effettuare una correzione e introdurre un aumento, dato che quest’anno abbiamo subito tagli per 12 milioni di euro: siamo una delle Province più colpite».
E questo potrebbe essere solo l’inizio: è probabile, infatti, che a consutivo la platea dei rincari sia anche più ampia. Al momento c’è tempo fino al 30 giugno per decidere, ma le amministrazioni già chiedono di far slittare al 30 luglio la data per i bilanci preventivi, che rappresenta il termine massimo per gli incrementi fiscali. Inoltre, le Province che hanno deciso di aumentare la Rc Auto hanno optato per l’aumento massimo, mentre molte altre decideranno solo questa settimana.
Nei Comuni la situazione è più complessa a causa dei limiti del decreto legislativo. Il quadro definitivo arriverà solo con il regolamento attuativo del Governo, ma prima o poi dovrà essere sbloccata la leva anche per chi già oggi chiede più del 4 per mille.
Intanto, per rendere ancora più corposi i rincari, sta per arrivare la tassa di soggiorno. Anche questa è stata introdotta dal decreto del 14 marzo scorso e, secondo i paletti del Governo, potrà raggiungere il tetto massimo di 5 euro a notte in tutti i capoluoghi di provincia e nei comuni classificati turistici. A fare da battistrada è Firenze, che ha messo a punto la tassa in tempi record e partirà il 1° luglio con i prelievi su alberghi, campeggi, agriturismo e affittacamere. A breve la seguirà Venezia e, in entrambi i casi, il prelievo dovrebbe valere, secondo le stime, una ventina di milioni di gettito all’anno.
Sull’imposta, però, pende la scure dei ricorsi, a questo punto molto probabili. Il decreto n. 23, infatti, rimandava a un futuro regolamento di dettaglio del Governo. Che avrebbe dovuto disciplinare una serie di aspetti cruciali, come la modulazione delle imposte e la destinazione delle risorse: nel Dlgs, infatti, si parla genericamente di «interventi in materia di turismo». Alla fine il regolamento non è arrivato, lasciando i sindaci completamente liberi di interpretare il tema libero assegnato dal Governo. Un pretesto che molti albergatori, gravati persino del ruolo di sostituti di imposta, stanno pensando di usare per gettare sabbia negli ingranaggi del nuovo prelievo.
Ilsole24ore.com – 27 giugno 2011