Con Giulio Tremonti e Umberto Bossi «siamo d’accordo che il governo varerà la legge delega sulla riforma del fisco prima dell’estate».
Silvio Berlusconi spazza via le voci di dissapori con il titolare dell’Economia e nega presunti diktat del ministro sulla riforma fiscale. Colpa dei giornali, le cui ricostruzioni sono completamente «false», dice il premier. Che assicura di aver parlato di fisco Tremonti e Bossi «in termini molto rispettosi e civili». Quindi una precisazione sul fronte del decentramento dei ministeri, ultimo cavallo di battaglia del Carroccio. «Non è trasferimento, non esiste, si tratta di uffici di rappresentanza», taglia corto Berlusconi.
Il Cavaliere: mini-manovra di 3 miliardi per il 2011
La conferenza stampa che segue al Cdm diventa così l’occasione per Berlusconi di puntellare l’immagine di una maggioranza assolutamente tranquilla e concentrata sulla realizzazione del programma. Sui conti pubblici, poi, altra materia calda sui giornali, Berlusconi nega che la manovra sarà di 33 miliardi «inutile dire cose non vere ai cittadini». Ci sarà invece, spiega il premier, «un’opera di manutenzione di qualche miliardo, tre miliardi. Faremo nei prossimi anni quello che abbiamo già fatto negli anni precedenti». Per l’obiettivo del pareggio, aggiunge, «sappiamo già dove andare a trovare i risparmi necessari». Berlusconi accenna anche a un altro dossier all’attenzione del governo: il successore di Mario Draghi alla guida di Bankitalia. Ma il suo è un passaggio fulmineo. «Stiamo esaminando i candidati. Non sono argomenti che il presidente del Consiglio ritiene di discutere pubblicamente».
Non andrò a votare al referendum, è un mio diritto
Berlusconi vira quindi sull’attualità parlamentare e sulle scadenze che attendono la maggioranza. A cominciare dal referedum. Il premier scioglie così il nodo della sua partecipazione. «Penso che non mi recherò a votare: è diritto dei cittadini decidere se votare o meno per il referendum». Una strada già imboccata da Bossi e da diversi ministri. Quanto alla verifica, in programma per il 22 giugno e che lo vedrà intervenire in Aula, il Cavaliere si mostra sereno. «Non credo ci sia l’apposizione della fiducia. Il presidente della Repubblica Napolitano ha parlato di comunicazioni». Ad ogni modo, se anche l’opposizione premesse per un voto, il premier è certo che non ci saranno incidenti. «Nel caso ci fosse la fiducia non abbiamo alcun timore. Ne abbiamo già avute 43».
Nessuna preoccupazione nel Pdl, oggi incontro Miccichè
Il perché è presto detto. «Nel mio partito c’è una assoluta tranquillità, e non c’è alcuna situazione che mi dia il minimo di preoccupazione». Non lo preoccupano insomma i possibili addii, come quello di Gianfranco Miccichè che, precisa il Cavaliere, «vedrò oggi e non credo che la sua cosa (l’idea di creare gruppi autonomi in Parlamento, ndr) si attuerà prima dell’estate». Una parola, poi, Berlusconi la riserva anche al neosegretario Angelino Alfano, che porta a casa il secondo decreto attuativo sulla semplificazione dei riti civili e il codice antimafia. I due tasselli, insomma, che aveva considerato come pregiudiziali al suo trasloco dal ministero al partito. «La permanenza del ministro è legata – spiega Berlusconi – alla sua nomina definitiva a segretario politico del partito che avverrà dopo il Consiglio nazionale che probabilmente si terrà tra l’1 e il 4 luglio».
Berlusconi: arrestati 8 mafiosi al giorno
Quindi il premier torna sui provvedimenti licenziati dal Cdm e rivendica i risultati raggiunti dal governo nella lottà alla criminalità organizzata. «Arrestiamo una media di otto presunti mafiosi al giorno, e siamo a 8466 arresti. Su 34 dei più pericolosi latitanti, ne abbiamo arrestati 32, attraverso quasi 800 operazioni di polizia. In più, sono stati sequestrati e confiscati soldi e beni per un valore complessivo di 21,5 miliardi».
La rassicurazione: dovrete sopportarci fino al 2013
Il presidente del consiglio spiega poi le finalità del codice che «mette insieme tutte le norme che si sono accumulate in questi ultimi anni». Nel gennaio 2010, rimarca il premier, «approvammo un piano straordinario antimafia in un Consiglio dei ministri a Reggio Calabria. La legge è stata approvata all’unanimità dal Parlamento e ci è stata data delega per ricondurre ad unità tutti i provvedimenti in materia». E proprio dalla parentesi sui risultati raggiunti su questo fronte il Cavaliere prende spunto per assicurare che non ci saranno interruzioni anticipate della legislatura. «Nonostante l’appeal che la vita privata ha su alcuni di noi, dovrete sopportarci fino al 2013». Con buona pace degli italiani che «se sapessero quello che abbiamo fatto dovrebbero farci un monumento».
L’obiettivo: vogliamo garantire una giustizia sollecita e giusta
Infine il fronte della giustizia. Berlusconi spiega così come «33 modalità di processi sono stati ricondotti a tre soltanto, per tutti i processi civili: rito lavoro, rito ordinario di cognizione rito sommario di cognizione per processi con evidenti prove». Il decreto approvato oggi, prosegue il presidente del consiglio, consente di completare «la riforma del processo civile. Ci sono da fare ancora tante cose, come la riforma del processo penale e credo che questa legislatura sarà ricordata per la trasformazione di questi tipi di processo. Vogliamo garantire una giustizia sollecita e soprattutto giusta».
Ilsole24ore.com – 9 giugno 2011