“Con i Piani di rientro si può arrivare a 5 miliardi di risparmio, e anche a 10 superando le inefficienze ovunque”, ha detto il ministro intervenendo all’annuale convegno di Farmindustria dedicato a “legalità ed efficienza in sanità”.
Anche per Dompé l’efficienza porterebbe un freno a “quell’85% di spesa sanitaria che in questi anni ha continuato a crescere, mentre la spesa farmaceutica è ferma da tempo”. E il comandante dei Nas rivela che sono in corso indagini in sanità per un danno erariale da 475 mln, la metà dei quali relativi a ricoveri riabilitativi nella zona di Roma.
Fare il punto sulla realtà dei controlli attivi per la sanità italiana, in termini politici, amministrativi e anche di polizia giudiziaria. È questo lo scopo del convegno che da quattro anni a questa parte Farmindustria dedica a “legalità e efficienza in sanità”, con l’obiettivo, riassunto dal presidente dell’associazione dell’industria farmaceutica Sergio Dompé, di “ridurre le leggi e moltiplicare i controlli per azzerare gli sprechi e utilizzare al meglio le risorse”.
E la carrellata di interventi che si sono susseguiti nella giornata di oggi, moderati da Roberto Turno, ha mostrato come in effetti il sistema di controlli in questi anni si sia effettivamente sviluppato, tanto da spingere Dompé a concludere invitando i diversi attori del sistema a valorizzare il proprio lavoro incontrandosi anche fuori dagli schemi già fissati, per velocizzare gli interventi e le decisioni, poiché, ha sottolineato il presidente di Farmindustria, “abbiamo un enorme nemico: il tempo”. Probabilmente la speranza di Farmindustria è anche quella di non essere coinvolta nella prossima manovra economica: “Per la sostenibilità del Ssn occorre concentrarsi sugli altri capitoli di spesa, che sono l’84% del totale, aumentando l’efficienza di tutto il sistema sanitario” ha detto Dompé ai giornalisti, ricordando come la spesa farmaceutica complessiva sia rimasta negli ultimi dieci anni sostanzialmente stabile all’1,1% del Pil, mentre le altre voci sono cresciute dal 5% al 6,6%.
A rappresentare il management sanitario sono intervenuti Lino Del Favero, Anci Federsanità, e Fulvio Moirano, Agenas. Tre i nodi intorno ai quali si è sviluppato il ragionamento di Del Favero: la correlazione tra equilibrio economico e qualità del servizio, dimostrata analizzando le diverse realtà regionali; la necessità di riorganizzare la rete ospedaliera, che soprattutto al Sud è ancora rappresentata spesso da piccole strutture; l’utilità di rispettare la partizione della spesa nelle tre macroaree secondo le percentuali previste dal decreto sui costi standard, ovvero 5% alla prevenzione, 44% all’ospedale e 51% al territorio. Il risparmio che si può ottenere utilizzando in modo efficiente le diverse possibilità è evidente, ha detto Del Favero, perché “se curo un paziente in ospedale mi costa 1.000 euro al giorno, mentre in una struttura riabilitativa può costare 2-300 euro e sul territorio poco più di 100”.
Il direttore dell’Agenas ha invece fatto riferimento allo studio pubblicato sul numero 27 della rivista dell’Agenzia, nel quale si definiscono i volumi ottimali di prestazioni per ciascuna Unità operativa, applicando i quali si può migliorare l’efficienza della rete ospedaliera. Moirano ha anche preannunciato due lavori svolti dall’Agenas e che saranno pubblicati a breve. Il primo riguarda la gestione del personale e mostra come “la parte variabile degli stipendi sia distribuita a pioggia quasi ovunque”, perdendo, ha sottolineato Moirano, la possibilità di stimolare le eccellenze professionali. Il secondo studio riguarda gli outcomes dei servizi sanitari e replica il lavoro già svolto lo scorso anno su 50 indicatori di esito, inviato però soltanto alle amministrazioni regionali come strumento per migliorare le proprie strutture.
Si sono poi susseguiti tre rappresentanti delle istituzioni preposte al controllo per legge. Il presidente emerito della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, ha ricordato come si siano già ottenuti risultati attraverso i controlli amministrativi, quantificabili in almeno un miliardo e mezzo di euro. Non solo inefficienze ma vere e proprie truffe ai danni del Ssn sono invece l’oggetto delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, rappresentata dal colonnello Fabrizio Martinelli: nel triennio 2008-2010 ci sono state 7.149 persone denunciate e 1.468 soggetti deferiti alla Corte dei Conti per danni erariali valutati in 1,6 miliardi di euro. Su un terreno affine si muovono anche i Nas che nel 2010 hanno sequestrato 3 milioni di pezzi di medicinali e 4 milioni di dispositivi medici a vario titolo illegali. Il comandante dei Nas, Cosimo Piccinno ha inoltre rilevato che le inchieste e le indagini attualmente in corso, con l’Operazione damnage control, sono riferite ad un danno erariale complessivo di 474 mln di euro, dei quali 236 mln relativi soltanto ai ricoveri riabilitativi nella zona di Roma.
A chiudere il convegno, l’incontro i rappresentanti della politica. Ignazio Marino (Pd), presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, ha sottolineato come sia difficili intervenire con efficienza quando i Lea in uso sono ancora quelli approvati nel 2001. “Siamo quindi fermi a dieci anni fa nella definizione delle cure che il Ssn è tenuto a garantire a tutti – ha detto Marino – mentre il progresso tecnologico ha cambiato ormai radicalmente la nostra sanità. La mancata approvazione dei nuovi Lea viene motivata dalla destra con la mancanza di risorse, ma allo stesso tempo la spesa farmaceutica è stata ridotta di 600 milioni di euro all’anno”.
Il ministro Ferruccio Fazio non ha fatto previsioni sull’approvazione dei nuovi Lea, ma ha aperto il suo intervento dicendo che” il nocciolo del problema è il governo dell’appropriatezza”, declinata sui diversi settori: personale (“il turn over è necessario, con le dovute flessibilità”), beni e servizi (“occorre riflettere sull’impiego dei farmaci innovativi, che hanno fatto crescere la spesa farmaceutica ospedaliera da 2,4 a 4 mld di euro”), prestazioni (“forse tra pochi giorni pubblicheremo la ricerca sugli esiti”) e governo del sistema, ovvero la definizione dei percorsi sanitari per patologia.
“Grazie ai Piani di rientro possiamo arrivare ad un risparmio della spesa sanitaria di circa 5 miliardi – ha detto il ministro – e calcolando le inefficienze, rivelate dal confronto tra le Regioni, possiamo ipotizzare, a spanne, un contenimento della spesa di circa 10 mld”.
Quotidianosanita.it – 7 giugno 2011