Mentre in Europa fa paura il batterio Escherichia coli, che ha già fatto 18 morti e la cui causa è tuttora da appurare, ecco le precedenti epidemie che hanno causato allarme sociale
1981, l’olio di colza in Spagna
Nel maggio 1981 un ragazzo della periferia di Madrid viene portato d’urgenza in ospedale e dopo poche ore muore. È la prima vittima di una sindrome tossica che causerà la morte di 1200 persone. All’origine dell’epidemia olio di colza alterato e contaminato con anilina. L’olio di colza veniva usato come sostituto dell’olio di oliva nei quartieri più poveri del Paese. Oltre al notevole numero di morti il caso provocò un crollo delle vendite di olio di oliva, che non tornarono a livelli standard prima di due anni. Nel 1992 dieci imprenditori e chimici del settore oleario furono condannati a pene tra i 4 e i 77 anni di carcere.
1986, la mucca pazza
Dai primi casi di epidemia di encefalopatia spongiforme bovina nel 1986 in Gran Bretagna, la sindrome ha seminato il panico almeno a partire dal 1996 quando si è scoperto che la malattia poteva trasmettersi all’uomo sotto forma di un morbo neurodegenerativo, la sindrome Creutzfeldt-Jakob. Il morbo della “Mucca pazza” ha fatto oltre 170 morti in Gran Bretagna e oltre 190.000 casi sono stati registrati in tutta l’Unione Europea. Migliaia i capi di bestiame abbattuti. La malattia ha portato a una drastica riduzione dei consumi di carne. L’Europa ha decretato l’embargo alle importazioni di carne dalla Gran Bretagna nel 1989 (misura revocata a livello ue solo 10 anni più tardi).
1999, il pollo alla diossina
Nel maggio 1999 viene scoperta in Belgio della diossina nelle farine alimentari usate per i volatili e il bestiame, presenza capace di estendersi a tutta la catena alimentare. Una “sindrome diossina” si diffonde tra i consumatori e porta a un crollo del consumo di uova e pollame.
2006, l’influenza aviaria
Ricomparsa nel 2003 in Asia e quindi in Medio Oriente, Europa e Africa, l’influenza aviaria ha ucciso oltre 240 persone riuscendo a coinvolgere, nel suo momento di picco, ben 14 paesi dell’Unione europea. Nella maggior parte dei casi le persone contaminate avevano avuto contatti diretti con volatili infetti dal morbo
ilsole24ore.com – 3 giugno 2011