Doppio colpo di scena in commissione Pdl-Lega rivedono i numeri. Via fondi a Usl 20 a favore di aree svantaggiate. Le opposizioni lasciano l’aula e non votano: «Scelte di interesse»
Doppio colpo di scena in commissione “Sanità”, che ieri ha dato il via libera definitivo al riparto dei soldi di quest’anno tra le 21 Ulss, le due Aziende ospedaliere di Padova e Verona e l’Iov-Istituto oncologico veneto. Da una parte la maggioranza ha deciso di re-costituire una cifra, di 13 milioni, destinata a cosiddette “aree svantaggiate”, prelevandola da un gruzzolo che la Giunta aveva deciso di mettere da parte per l’Azienda di Verona, alle prese con il nuovo policlinico del Borgo Roma (ma anche con alcuni conti arretrati del passaggio dalla vecchia Ulss alla nuova azienda integrata ospedaliera-universitaria).
Dall’altra con un gesto clamoroso quasi tutte le opposizioni (Udc, Pd e Sinistra) hanno deciso di abbandonare l’aula e non votare per denunciare il carattere “clientelare” e “improprio” del voto fatto dai rappresentanti di Pdl e Lega. Unico contrario, Diego Bottacin di Verso Nord. Tra l’altro sullo sfondo resta il fatto che la Regione al momento distribuisce alle Ulss 7,998 miliardi di euro, ma come noto al tavolo romano è riuscita a ottenere quest’anno di più: 8,612 miliardi di euro, secondo il comunicato ufficiale diffuso dal governatore Luca Zaia in aprile. Insomma, in cassa centrale a Venezia resta per ora almeno mezzo miliardo di euro.
Come noto, la novità del riparto dei fondi quest’anno sta nei tempi – mai si era arrivati a votarlo così presto, dando quindi ai manager delle Ulss un vero “budget” da rispettare entro l’anno – ma anche nei metodi con cui si è arrivati alla suddivisione: la delibera della Giunta annunciava il superamento dei criteri di “spesa storica” e il passaggio a criteri oggettivi parametrati sull’età della popolazione e sull’indice di dispersione territoriale (superando il tradizionale riconoscimento della specificità montana e lagunare). Ma ieri è stato stabilito di suddividere altri 13 milioni tra le cinque Ulss più disagiate del Veneto: Belluno, Feltre, Adria, Rovigo e Chioggia. A scapito di Verona. «Con questo riparto – spiega il presidente della commissione Leonardo Padrin (Pdl) – nessuna Ulss del Veneto riceverà un euro in meno rispetto ai finanziamenti 2010». «Abbiamo ripristinato risorse che mancavano per territori marginali», aggiunge il capogruppo Dario Bond del Pdl, il quale sottolinea anche che «per la prima volta introduciamo anche la verifica semestrale, quindi a settembre si rifaranno i conti e proprio grazie ai soldi ottenuti a Roma si potranno anche aggiustare i conti rispetto alla situazione reale delle Ulss».
Le minoranze invece accusano di aver fatto questa redistribuzione per favorire territori elettorali cari alla maggioranza. «La maggioranza rinuncia a ridurre le distanze (che ammontano anche a mille euro) tra le Ulss che ricevono di più e quelle che ricevono di meno, riportando in auge le iniquità della spesa storica», accusa Bottacin. «Oltre a privilegiare già Ulss veronesi e trevigiane, e ad aver sottratto 50 milioni ai servizi essenziali per distribuirli a chi ha i project financing, ora con questi ulteriori 13 milioni favoriscono Ulss che hanno già la spesa storica più alta», attacca Raffaele Grazia (Udc).
E mancano pure all’appello 27 milioni di euro per la non autosufficienza dei 721 stanziati con il bilancio regionale, come denuncia Claudio Sinigaglia del Pd. «Ma anche questo discorso verrà risolto con la verifica di settembre sui soldi in più a disposizione», assicura Bond
Il Giornale di Vicenza – 2 giugno 2011