«I PRIMI IN ITALIA». Intesa siglata ieri tra Zaia (Regione) e l’ad Sarmi. Da settembre la novità potrà essere sperimentata dalle Ulss dell’Alto Vicentino e di Asolo: basterà rivolgersi a uno “Sportello amico” degli uffici postali
La rivoluzione potrebbe scattare a settembre, nei territori delle Ulss 4 “Alto Vicentino” e 8 “Asolo-Montebelluna”. In sostanza, presentandosi a uno “Sportello amico” di un qualsiasi ufficio postale della zona un cittadino potrà chiedere di prenotare una visita medica o un esame in una delle strutture dell’Ulss. Ma tra gli obiettivi c’è anche quello di attrezzare i postini in modo che possano bussare alla porta di casa anche per consegnare farmaci a chi non può andare a ritirarli.
Sono queste le maggiori novità annunciate ieri in Regione, dopo la riunione di Giunta, dal presidente Luca Zaia e dall’amministratore delegato di “Poste Italiane” Massimo Sarmi. I due hanno siglato un “Accordo quadro”, che prevede appunto una rilevante collaborazione «nel realizzare nuove soluzioni progettuali con particolare riferimento ad alcuni servizi al cittadino riguardanti l’area sanitaria».
«Siamo i primi in Italia a siglare un accordo di questo genere, e dopo la prima sperimentazione contiamo di estenderlo a tutto il Veneto. Tenete conto – ha sottolineato Zaia rivolgendosi ai giornalisti – che, più che nelle città, questo può offrire una vera svolta in centinaia di Comuni veneti dove non ci sono strutture Ulss ma sono presenti un medico di famiglia e un ufficio postale».
Poste Italiane dispone in Veneto di una capillare rete composta da 1.118 sedi, e in particolare di 428 “Sportelli amici” che sono poi proprio quegli sportelli particolari – all’inizio, come detto, in via sperimentale nelle Ulss dell’Alto Vicentino e di Asolo – che già oggi possono fornire agli utenti servizi come certificati anagrafici (in alcuni Comuni), rinnovo e rilascio permessi di soggiorno, pagamento dei tributi locali, pagamento bollettini assicurazione Inail casalinghe/infortuni domestici, rilascio visure catastali, e altro. Ora l’obiettivo è che in Veneto questi “sportelli amici” possano offrire anche – da settembre – alcuni importanti servizi come «la prenotazione di visite specialistiche, il pagamento ed incasso dei ticket sanitari, la consegna di referti sanitari in modalità multicanale, servizi di gestione del rischio clinico e di logistica del farmaco». Con la possibilità anche, come detto, di inviare a domicilio medicinali per l’assunzione dei quali non sia necessaria una consulenza medica diretta.
«Questa idea – ha sottolineato Zaia – nasce dalla volontà reciproca di mettere il network di Poste Italiane al servizio dei nostri cittadini, ai quali offriremo una nuova opportunità per gestire con più comodità di scelta una rapporti con la macchina sanitaria regionale. Nessuna sovrapposizione con quanto già fanno le Ulss, ma un nuovo servizio integrativo che potrà essere molto utile a varie categorie di persone. Penso ad esempio ad anziani che non hanno dimestichezza con i sistemi informatici e, magari, hanno difficoltà a recarsi agli sportelli delle loro Ulss».
Da parte sua, Sarmi ha sottolineato che questa politica della “moltiplicazione” dei servizi è proprio quella che permette a Poste Italiane – a differenza ad esempio di quanto accaduto in Austria, dove sono state usate le forbici – di evitare di chiudere sportelli e uffici, pur di fronte a un calo dell’utenza tradizionale delle Poste, e continuare quindi anche a garantire il pagamento delle pensioni in contanti («ma stiamo pensando ora a una “carta prepagata” che accrediti i soldi ai pensionati, evitando così la ressa agli sportelli»). «Ringraziamo il presidente Zaia, nella convinzione che la tipologia di questo accordo sia utilmente replicabile su tutto il territorio nazionale».
Il Giornale di Vicenza – 25 maggio 2011