Sprint sulla determinazione dei posti a bando per i corsi di laurea delle professioni sanitarie e delle lauree specialistiche di area medica. Fabbisogno Ordine e Regioni per Veterinaria
E’ in programma una riunione delle Regioni per dare il via libera alla richiesta dei governatori. Una richiesta che prevede il 5% in meno di posti rispetto allo scorso anno per le professioni sanitarie e un aumento del 5,6% dei posti a bando per medicina e chirurgia.
I dati, che entro il 30 aprile – e la direzione generale competente del ministero della Salute ha assicurato che per la prima volta si manterrà fede alla data – dovrebbero determinare il fabbisogno formativo per ogni corso e per ogni Regione, saranno la base per la successiva ripartizione dei corsi e dei posti per ognuna delle 42 Università della facoltà di Medicina e chirurgia, che farà il ministero dell’Università entro fine giugno, in modo che possano emanare i relativi decreti prima dei 60 giorni che per legge devono precedere gli esami di ammissione, svolti in genere nella prima settimana di settembre.
In generale la richiesta delle categorie e delle Regioni si aggira attorno a 34mila posti, mentre l’offerta da parte delle Università è e si aggira negli ultimi anni sempre su 28mila posti, circa 6mila in meno (-20%).
Quest’anno tuttavia, per la prima volta, aumenta anche la differenza rispetto agli anni precedenti tra le richieste delle Regioni e quelle delle categorie: si passa da -1.868 dello scorso anno accademico a -4.800 di quest’anno con le Regioni a 32mila, le categorie a 37.000 posti richiesti, rispetto a 33.764 e 35.632 del 2010-2011. La sottostima delle Regioni si concentra in particolare sulla professione di infermiere che passa dal -862 (-4%) dello corso anno al -3.100 (-13%) attuale. E mentre le Regioni diminuiscono la richiesta di 1.700 (-5%) unità, al contrario le categorie hanno aumentato la richiesta di 1.330 (+3,7%), passando da 35.632 dello scorso anno a quasi 37.000.
Oltre all’infermiere la sottostima delle Regioni riguarda la maggioranza delle altre professioni: educatore 870 su 1.549 (-44%), terapista occupazionale 263 su 600 (-56%), audioprotesista 288 su 448 (36%) e a seguire tutte le altre, con valori inferiori.
Al contrario per quanto riguarda l’esubero di 620 posti da parte delle Regioni rispetto alle richieste delle categorie, la differenza maggiore riguarda tecnico di radiologia su cui la categoria stima 1.085 posti, mentre le Regioni ne chiedono 1.478, con una differenza di 393 (+36%). Tale esubero è determinato in particolare da due Regioni: il Veneto con 200 invece di 75 (+167%) e il Lazio con 240 invece di 120 (+100%).
Sarebbero due le ragioni della mancata corrispondenza tra le parti: scarse consultazioni e assenza di criteri uniformi.
Rispetto ai criteri sono anni che il ministero della Salute invita le Regioni ad «assicurare l’uniformità e la sistematicità della metodologia di rilevazione ed esplicitare i principali indicatori utilizzati» (turn over, tassi di occupazione, personale in formazione).
Criteri che la Conferenza delle Regioni avrebbe recepito il 9 marzo scorso con l’impegno di «attivare criteri rigorosi e condivisi di analisi del fabbisogno». Intanto però le stesse Regioni hanno chiuso la determinazione dei posti esattamente un mese prima, il 9 febbraio come da scadenza fissata dal ministero della Salute. Anche se una metà delle Regioni aveva comunque attivato apposite consultazioni con le categorie, un’altra metà non considera le proposte che le categorie avanzano autonomamente né avviano gli incontri di consultazione.
Giro di boa invece nel rapporto tra programmazione dei posti a bando per le professioni sanitarie e quelli per medicina e per odontoiatria. L’entità dei posti dello scorso anno per medicina e chirurgia (9.527) e di odontoiatria (789) è stata inferiore di quasi un terzo rispetto a quella delle professioni sanitarie (28.142), ma la situazione per il prossimo anno accademico dovrebbe cambiare specie per medicina su cui le Regioni hanno aumentato la richiesta di fabbisogno dai 10.042 posti dello scorso anno a 10.556 per il 2011-2012 (+5,2%). Stessa cosa per odontoiatria che se le richieste delle Regioni fossero recepite del tutto potrebbe aumentare da 789 a 866 posti (+8,5%).
A differenza delle professioni sanitarie però, che ogni anno presentano il rispettivo fabbisogno al ministero della Salute, la Federazione dei medici e degli odontoiatri non comunica i rispettivi dati, salvo intervenire nelle successive riunioni dei tavoli tecnici. Non si conosce quindi la necessità di “neo-dottori” secondo le categorie anche se in ogni caso sono desumibili dagli ultimi allarmi soprattutto della FnomCeo.
Il fabbisogno, anche se non c’è stata una richiesta, si può dedurre dal turn over che, calcolato al 3% su circa 368mila iscritti agli Ordini, corrisponde a circa 11mila nuovi posti alle università, valore che è vicino alla stima dei 10.556 che rappresenta la richiesta delle Regioni.
Da parte sua l’Università, che già lo scorso anno aveva messo a disposizione 9.527 posti, quasi mille in più rispetto alla programmazione iniziale, se per il prossimo anno incrementasse l’offerta di un ulteriore 10%, potrebbe raggiungere l’obiettivo di circa 11mila posti da mettere a bando per le lauree in medicina.
Su una posizione opposta l’albo degli odontoiatri, che al contrario dei medici considera un esubero la presenza dei circa 52mila professionisti e di conseguenza stimerebbe un turn over ridotto a metà rispetto a quello del 3% dei colleghi in camice bianco e quindi attorno all’1,5 per cento. Dal calcolo in base a questo dato deriverebbe un fabbisogno di circa 800 unità, che corrisponderebbe anche in questo caso al totale del fabbisogno stimato dalla Regioni. Secondo gli odontoiatri tale stima sarebbe coerente con il potenziale formativo e i requisiti minimi delle sedi formative.
Infine, una nota per il 2011-2012 può essere fatta anche per la facoltà di Veterinaria. A differenza di medicina e di odontoiatria, l’Ordine dei veterinari ha trasmesso il fabbisogno al ministero della Salute. Per il settore, che conta circa 28mila professionisti, l’Università mette a bando oltre mille posti all’anno in media (1.096 nel 2010, 1.200 nel 2009 e 1.303 nel 2008). Secondo i vertici ordinistici si tratta di una offerta eccessiva con oltre il doppio dei 650 posti di fabbisogno stimati dall’Ordine stesso, che si basa su un turn over al 2,3 per cento. Peraltro anche le Regioni negli ultimi due anni si sono attestate attorno a 700 posti nazionali, seppure con alcune differenze, come a esempio la sottostima dell’Emilia Romagna con appena 13 posti a bando e l’esubero della Puglia con 100, pur avendo lo stesso numero di abitanti.