La pace finale o la guerra dichiarata. Il compromesso o la rottura senza più obblighi di appartenenza politica. Tutto il Sud con la Liguria da una parte a chiedere più fondi
Le altre Regioni nella sponda opposta ma col Veneto con sfumature decisamente meno disposte a concessioni. Appesi a un esile filo di accordo dopo più di 13 ore di trattativa ininterrotta, ieri i governatori hanno trattato fino a notte inoltrata per dividersi la torta dei 106,5 miliardi per l’assistenza sanitaria del 2011. Un anno decisivo, il 2011: in base ai bilanci finali di quest’anno, infatti, si costruiranno nel 2013 i costi standard del federalismo fiscale.
Una trattativa febbrile. Partita in gennaio con la proposta del ministero della Salute che ha scontentato anzitutto la coalizione dei governatori del Sud: hanno a lungo reclamato il criterio della «deprivazione» per vedersi riconosciute le condizioni socio-economiche sfavorevoli di partenza che inciderebbero sui costi sanitari. Ma non hanno incassato il minimo di credito: non dalla proposta della Salute, non dalla bicameralina nel testo finale sui costi standard. E ieri, come ormai era scontato, neppure dalla riunione fiume dei governatori convocata per la seconda volta in via «straordinaria» dopo il fallimento di febbraio. Nessuna «deprivazione» per il Sud, dunque.
Tutta colpa «dell’ostilità delle regioni avvantaggiate» ha tuonato il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, sicuro che a breve sarà affidato all’Agenas (l’Agenzia per i servizi sanitari regionali) il compito di individuare i nuovi criteri di riparto dei fondi per il 2012. Ma quella dei criteri di riparto «è una questione che spetta al ministero della Salute», ha messo in guardia a distanza il ministro Ferruccio Fazio nel ribadire che prioritari saranno gli indici di riparto in base «alla prevalenza delle malattie».
Così la trattativa è stata lunga e difficile, fatta di stop and go e di ipotesi che si sono susseguite per tutta la giornata tra riunioni di tecnici, di veri e propri «incontri bilaterali» e di vertici a porte chiuse. Di qui il tentativo di spostare verso il Sud (tanto più perché sotto la tagliola dei piani di rientro) e verso la Liguria qualche decina di milioni a testa. Che però non bastavano mai; e che, tra l’altro, creavano imbarazzi a quei governatori che – chi più, chi meno – avrebbero dovuto vedersi sottratte parte di quelle (più generose) risorse assegnate dalla proposta del Governo.
Ecco così riaffacciarsi l’ipotesi del vecchio “fondino” di compensazione tra Regioni, affinché nessuna Regione incassi meno che nel 2010. Ma anche di distribuire diversamente i 347 milioni messi sul piatto dal Governo per la copertura fino a tutto maggio del superticket per la specialistica. Un compromesso anche per evitare soluzioni più penalizzanti per Sud e Liguria dell’approdo in Stato-Regioni della proposta del Governo. Del resto alle porte si temono nuovi tagli: sui farmaci (si veda altro articolo a pagina 37) ma anche sugli oltre 400 milioni che da giugno in poi mancheranno per evitare il ritorno del superticket sulla specialistica, che le Regioni potranno coprire con proprie risorse o, se vorranno, con una raffica di mini ticket. Intanto sempre ieri Fazio ha messo sull’avviso: «Non pensiamo al momento a tagli in sanità, ma siccome le cose vanno valutate, ho messo al lavoro i miei perché, in caso di problemi, perlomeno si vada in direzione di una tassa di scopo». Ticket «di scopo», si direbbe: anche perché per il ministro il ticket «non serve per fare cassa ma per scoraggiare l’inappropriatezza delle prestazioni».
15 aprile 2011 – Ilsole24ore.com