Dopo sette anni la bilancia commerciale della Cina fa segnare per la prima volta il segno negativo.
Un deficit, relativo al primo trimestre del 2011, abbastanza sorprendente e al quale non è estraneo il fatto che il gigante asiatico da quest’anno non sarà più autosufficiente per la produzione di mais e ne dovrà importare almeno 6 milioni di tonnellate per far fronte alla domanda di mangimi necessari per l’alimentazione del bestiame negli allevamenti per rispondere al forte aumento del consumo di carne.
Il cambiamento ha fatto schizzare le quotazione del mais, principale componente dei mangimi, che ha chiuso la settimana con il massimo storico di 7,68 dollari per bushel (20 centesimi di euro al chilo) per le consegne a maggio, con un aumento del 21 per cento dall`inizio dell`anno, secondo l’analisi della Coldiretti al Chicago Board of Trade, punto di riferimento del commercio mondiale.
Il risultato più immediato per l’Italia è l`aumento record del 19 per cento per i prezzi dei mangimi che fanno segnare rincari quasi dieci volte superiori a quelli degli alimentari necessari per apparecchiare la tavola degli uomini, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea a febbraio 2010.
Ilpuntocoldiretti.it – 12/04/2011