Il Friuli Venezia Giulia si conferma una regione Ogm free. La nuova normativa che lo stabilisce, frutto di una convergenza tra partiti di maggioranza ed opposizione su due proposte di legge presentate nell’autunno 2010 a seguito della polemica sulle semine di mais transgenico per cui è stata condannata un azienda (e ora posta sotto sequestro), è stata approvata dal Consiglio regionale con 33 voti favorevoli e solo 5 tra contrari e astenuti.
Su tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia non sarà quindi possibile piantare o coltivare semi di Organismi geneticamente modificati e la sperimentazione potrà svolgersi solo in luoghi in cui sia attiva la vigilanza dell’Ersa (l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale); le regole che verranno applicate sono quelle della direttiva comunitaria del 2001, in modo da non andare incontro ad eventuali impugnazioni né del governo italiano né dell’Unione Europea. Il testo prevede sanzioni da 5 a 50mila euro per i trasgressori.
Tra le novità introdotte nella legge, anche un articolo in cui si raccomanda la somministrazione – nella ristorazione collettiva, nelle scuole e nei luoghi di cura della regione ma anche negli uffici degli enti locali e regionali e in quelli dei privati convenzionati – di prodotti che non contengano Ogm, preferendo quelli biologici, tradizionali, a denominazione protetta o a Indicazione geografica tipica (Igp).
Per Coldiretti il voto bipartisan in Consiglio Regionale denota un’attenzione ormai diffusa per le coltivazioni tipiche e di qualità che non possono in alcun modo essere danneggiate da coltivazioni Ogm che stanno arretrando anche in Europa, visto la riduzione di oltre il 3% delle superfici coltivate.
È un buon segnale per l’agricoltura del Friuli Venezia Giulia, che non può che concentrarsi sulla qualità e la tipicità delle produzioni per sperare in un futuro di crescita dei redditi, e che ora, grazie a questa legge, può dedicarsi con maggior vigore alle cose da fare per raggiungere l’obiettivo primario: quello di restituire reddito alle imprese agricole.
Ilpuntocoldiretti.it – 4 aprile 2011