Gli uomini sono “una razza in via di estinzione”: ribaltati tra le nuove generazioni i numeri odierni, che vedono solo il 37% di “camici rosa”. Ma per le donne è più difficile conciliare famiglia e carriera.
La sanità si tinge sempre più di rosa. Di più: tra i medici, gli uomini sono una razza in via di estinzione. Il dato è impressionante, perché oggi la professione è decisamente a maggioranza maschile, con appena il 37% degli iscritti all’ordine di sesso femminile. Ma in futuro le proporzioni si ribalteranno. Nel nostro Paese ben il 63,8% dei medici “under 30” è donna. Un’avanzata lenta e totale, che non pare arrestarsi negli ultimi anni. Attenzione però: se il medico è donna, per lei conciliare carriera e vita privata sarà, se non quasi impossibile, veramente roba da salti mortali.
Sono i numeri degli iscritti alla Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo), illustrati a Firenze al convegno Leadership in sanità: interpretazione al femminile, innovazioni, opportunità, in corso a Firenze. Analizzando i dati della Fnomceo, si scopre infatti che nella fascia di età tra i 24 e i 29 anni i “medici in gonnella” sono 5.490 (circa il 64%), mentre gli uomini sono 3.118. Se poi si sale di qualche anno, nella fascia di età tra i 29 e i 34 anni, le donne medico iscritte all’Albo sono 16.810, mentre i camici bianchi maschi sono 9.351. Percentualmente, in questa fascia, le donne rappresentano quindi il 64,25% degli iscritti.
Se si prende invece in esame il totale degli iscritti (399.641), le donne sono 147.826, mentre gli uomini 251.815. I “camici rosa” rappresentano quindi il 37% del totale degli iscritti all’Albo dei medici e degli odontoiatri.
Al convegno è emerso anche il connubio difficile fra carriera e vita privata, e la difficoltà colpisce sempre in misura maggiore le donne. Il 30 delle donne medico ai vertici di carriera sono single o separate. Ma lo stesso prezzo in termini di vita privato non viene chiesto ai colleghi uomini: solo il 10% di loro vive la stessa situazione. La differenza riguarda tutto l’arco affettivo. Quasi una donna medico su 3 non ha figli contro il 13% dei medici uomini. Il 20% delle donne medico ha scelto di mettere al mondo un solo figlio mentre i colleghi con un figlio unico sono il 16%.
Quanto al tipo di specializzazioni, è sempre in testa la preferenza delle donne per la pediatria, dove sono iscritte oltre 8.500 specializzande, seguita da ginecologia (4.479) e ondontostomatologia (3.606). Agli ultimi posti la chirurgia generale (1.177) e oncologia con 1076 iscritte, anche se tra le giovani generazioni le preferenze cambiano. Anche la chirurgia – da sempre carente di “camici rosa” – sembra guadagnare consensi: negli ultimi dieci anni il numero delle donne medico che hanno scelto il bisturi come proprio strumento di lavoro è aumentato di circa il 15%. Si è infatti passati da 2.869 donne specializzate nelle varie discipline della chirurgia del 2000 alle 3.313 del 2010..
Lastampa.it – 2 aprile 2011