«Cambiare norme ormai fuori dal tempo» rivedendo i limiti e le regole per l’orario di apertura delle farmacie. Questo lo scopo del progetto di legge presentato in Consiglio regionale
Nel progetto si prevede che il limite di 40 ore settimanali previsto oggi si trasformi in un tetto minimo, permettendo quindi alle farmacie di rimanere aperte più a lungo.
L’obbligo di chiusura delle farmacie era già stata al centro di alcune vicende che avevano visto gli Ordini professionali sanzionare i farmacisti che erano tenuto i servizi aperti oltre l’orario e i giorni stabiliti. Ora, però, le cose potrebbero cambiare. Almeno in Veneto. In Consiglio regionale è arrivata in fatti un progetto di legge che si propone di liberalizzare gli orari d’apertura delle farmacie. A presentarlo è stato il consigliere Diego Bottacin di “Verso Nord” assieme ai colleghi Andrea Causin (Gruppo Misto), Giuseppe Bortolussi (Bortolussi Presidente), Stefano Valdegamberi, Stefano Peraro e Raffaele Grazia (Unione di Centro).
“L’attuale normativa relativa all’orario dei servizi e dei turni delle farmacie è datata e inadeguata – ha dichiarato Bottacin presentando il progetto – soprattutto perché non più rispondente alle sempre più pressanti esigenze di una società veneta che, in questi anni, si è profondamente trasformata assieme alla sua economia e al mercato del lavoro, dove sono ampiamente diffuse tipologie di contratti lavorativi con orari sempre più flessibili e diversificati”.
La legge regionale prevede che l’orario di apertura delle farmacie venete non possa superare le 40 ore settimanali e che .debba tassativamente concentrarsi nei sei giorni feriali, cinque dei quali con un intervallo pomeridiano, mentre il sesto con solo mezza giornata lavorativa. La proposta è quella di considerare le 40 ore settimanali il tetto minimo per gli orari di apertura che andranno comunque distribuite su non meno di sei giorni la settimana, senza più distinzione tra giorni feriali e festivi. Le farmacie saranno tenute a comunicare annualmente gli orari di apertura e di chiusura all’Ulss competente per territorio che perciò non avranno più in carico la determinazione degli orari.
Nell’ottica del rafforzamento e del miglioramento dell’offerta all’utenza, viene consentito alle farmacie di tenere aperto anche in orario notturno.
“E’ incredibile – ha commentato Andrea Causin – che un libero professionista che però svolge un servizio di pubblica utilità, non possa scegliere l’orario del suo lavoro. E’ importante che venga data la possibilità agli utenti di recarsi nelle farmacie in orari più flessibili”.
La proposta di legge non prevede però solo questo. L’obiettivo, infatti, riorganizzare in un’unica legge il funzionamento del servizio farmaceutico, compresi i nuovi servizi innovativi assegnati alle farmacie, che si inseriscono anche nei Piani sociosanitari e per il quale è comunque prevista l’adesione volontaria del titolare di farmacia. Si tratta, in particolare, di:
• assistenza domiciliare integrata,
• iniziative per favorire e monitorare il corretto uso dei farmaci prescritti,
• programmi di educazione sanitaria e campagne di prevenzione delle principali patologie,
• erogazione di servizi su prescrizione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta,
• prenotazione e il ritiro dei referti di prestazioni specialistiche.
Quotidianosanita.it – 24 marzo 2011