Sulle controversie riguardanti la responsabilità medica la mediazione obbligatoria potrà condurre «a un deciso snellimento del contenzioso e alla riduzione dei tempi per la risoluzione delle liti». È questa la previsione di Enzo Paolini, presidente dell’Aiop, Associazione italiana ospedalità privata, che rappresenta 496 strutture sanitarie private operanti su tutto il territorio nazionale, in gran parte case di cura.
Quale sarà l’impatto dell’obbligatorietà, in particolare sulle controversie sulla responsabilità dei medici?
In generale, anticipando il ricorso alla via giudiziaria, la mediazione preventiva dovrebbe avere un effetto deflattivo sul contenzioso giudiziario, alleggerendo il lavoro nelle aule di tribunale. Dovrebbe riuscire a scremare buona parte delle controversie che attualmente si concludono davanti al giudice. E questo può avvenire in modo particolare per le cause in materia di risarcimento dei danni derivanti da responsabilità medica.
In ambito sanitario, quindi, la conciliazione darà più frutti che in altre materie…
La responsabilità del medico conduce spesso a contenziosi giudiziari molto lunghi e complessi, che richiedono un rilevante contributo di prove testimoniali e il ricorso frequente a consulenze tecniche. L’effetto snellimento della mediazione può essere incisivo, soprattutto nei casi in cui si tratti di fissare un risarcimento danni. L’impressione, insomma, è che l’entrata in vigore del nuovo regime, in particolare nell’ambito sanitario, non sarà una semplice formalità.
In che senso?
Potrà subito rivelarsi un valido strumento. E tutte le parti in causa ne trarranno benefici. A partire dai cittadini, che potranno evitare estenuanti percorsi burocratici, anche considerando che per la responsabilità medica il paziente ha l’onere di provare il nesso di causalità tra la condotta del professionista e l’evento dannoso. I medici, d’altra parte, potranno lavorare con maggiore serenità: basti pensare che in virtù dell’aumento del contenzioso, sono schizzati verso l’alto anche i premi assicurativi per i medici stessi, gli ospedali e le case di cura. Queste ultime, va detto, sono coinvolte in solido con i medici nei casi di carenze organizzative, strutturali o tecnologiche.
Quali sono i campi, in ambito medico, dove la mediazione potrà avere maggiore incidenza?
Di sicuro nell’ostetricia e nell’ortopedia, i due settori nei quali è enorme la mole dei ricorsi. In generale, comunque, si è molto ampliato il ventaglio di casi in cui si chiedono risarcimenti per il mancato rispetto dell’ordinaria diligenza da parte degli operatori: insomma, i margini di errore per i medici si sono ridotti e i ricorsi sono aumentati. Di pari passo, si sono così diffuse pratiche di medicina difensiva e sono nate associazioni ad hoc. In questa situazione, quindi, l’effetto deflattivo della conciliazione potrà essere ancor più positivo
14 marzo 2011 ilsole24ore.com