Il numero di accalappiati aumenta e il costo per mantenerli crescerà del 60 per cento rispetto al 2010. Nel 2011 ci vorranno 8mila euro contro i 5mila dell’anno scorso
Un teatro, un cinema, una biglietteria in stazione. All’elenco delle cose che mancano in città, si dovrà aggiungere anche un canile. Nonostante Villafranca sia il secondo Comune della Provincia, per importanza e abitanti dopo la città capoluogo, non c’è, sul suo territorio, una struttura pubblica che possa accogliere gli animali randagi. Per il Comune è meglio sborsare qualche migliaio di euro all’anno, e affidare i cani a un centro specializzato, piuttosto che spendere molto di più, per la costruzione di un sito municipale, che possa accogliere gli amici a quattro zampe, rimasti senza i loro padroni.
Eppure la spesa per la prevenzione del randagismo è in crescita. Il comandante dei vigili urbani Angelo Competiello, a parità di costi per il mantenimento giornaliero degli animali, ha previsto che, quest’anno, l’amministrazione spenderà ottomila euro, cioè tre mila euro in più rispetto al bilancio del 2010.
Il randagismo rappresenta un pericolo, sia per l’igiene pubblica sia per la sicurezza del traffico, visto che la zona attorno alla città è solcata da importanti arterie, tra cui l’autostrada del Brennero.
Due leggi, la 281 del 1991 (nazionale) e la 60 del 1993 (regionale), prevedono che le amministrazioni locali, da sole o associate, costruiscano rifugi, assicurando il ricovero, il mantenimento e la custodia dei cani. A questo problema il Comune di Villafranca, come quasi tutte le amministrazioni del territorio, ha ovviato rivolgendosi a due strutture esterne: una è il canile multizonale di Verona, l’altra è l’associazione di volontariato «San Francesco» di Villafontana di Oppeano.
Alla prima istituzione è affidato, dal 2007, il servizio di cattura e primo accoglimento dei randagi. L’organizzazione senza scopo di lucro oppeanese, invece, custodisce e mantiene gli animali nella fase successiva. Per il Comune si tratta di un bel risparmio, come ha confermato Competiello, nella determina che rinnova la convenzione fino alla fine di dicembre. «Il Comune di Villafranca non è dotato di una struttura idonea ad essere utilizzata quale rifugio per cani», ha scritto il comandante, «né la realizzazione e gestione della stessa risulta di facile attuazione, per l’entità dei costi di costruzione e mantenimento». Fino al 2006 il Comune si avvaleva dell’accordo tra l’Ulss 22 e il canile di Verona, per la conduzione di tutte le fasi, dall’accalappiamento al mantenimento. La divisione degli incarichi, tra la struttura scaligera e l’associazione oppeanese, avvenuta l’anno successivo, ha portato a un considerevole risparmio. «Si è passati da un costo di sei euro e 20 centesimi al giorno per animale», ha evidenziato Competiello, «a quello di due euro e 20 centesimi, oltre a un miglioramento generale del servizio».
Nell’accordo con l’associazione «San Francesco» sono compresi anche il trasferimento dei cani dalla struttura di Verona alla sede di Villafontana. Tutte le spese sanitarie sono a carico dell’organizzazione di volontariato.
Sul numero dei cani catturati nel territorio comunale, Silva Soave, presidente della «San Francesco», ha comunicato al municipio che, a fine gennaio, erano 14 quelli ancora custoditi nella struttura villafontanese. La buona notizia è che altri 69, trovati nella zona attorno alla città, sono stati adottati. Nei conteggi forniti dall’associazione sono stati specificati tutti gli indirizzi dei proprietari ai quali sono stati affidati i cani presi a Villafranca.
L’Arena – 5 marzo 2011