La Procura presso la Corte del Veneto ha avviato due indagini sui contratti stipulati dalla Regione con cliniche, poliambulatori e laboratori convenzionati privati a partire dal 2007; e la situazione della sanità polesana
Con particolare riferimento all’ospedale San Luca di Trecenta. All’iniziativa della magistratura contabile, coerente del resto con i rilievi avanzati dalla Corte nell’ultima relazione annuale sul bilancio di Palazzo Balbi, non sono estranei gli esposti inviati sull’argomento dal vicepresidente e assessore alla sanità della Provincia di Rovigo, Guglielmo Brusco. L’amministratore, da anni impegnato in una solitaria e puntigliosa battaglia nel segno della trasparenza, denuncia senza mezzi termini lo «spreco» di risorse pubbliche in favore dei partner privati e le condizioni di eccessivo favore di cui hanno goduto questi ultimi. «Confido», è il suo commento «che l’autorità giudiziaria valuti con attenzione gli effetti di deliberazioni regionali come la n. 4449 del 2006 che, addirittura, ha obbligato i direttori generali di tante Usl venete a stringere accordi con i privati concedendo loro, in questi ultimi anni, centinaia di milioni di euro a condizione che riducessero i ricoveri rispetto al 2005. Insomma, minori servizi pagati di più». Affermazioni che non sembrano cadute nel vuoto se la Corte, nelle settimane scorse, ha acquisito presso gli uffici dell’assessore veneto alla sanità, Luca Coletto, una documentazione decennale in materia. Del resto, l’aumento dell’incidenza della medicina privata rispetto a quella pubblica, e la lievitazione dei suoi profitti, è ampiamente documentata dallo stesso Libro bianco sulla sanità voluto dal governatore Luca Zaia e curato dal top manager del settore, Domenico Padoan. Dove si apprende che dal 2000 al 2010 a registrare la crescita più impetuosa è stato l’acquisto di prestazioni per specialistica ambulatoriale e socio-sanitaria; più contenuti gli incrementi dell’assistenza ospedaliera. Tant’è. In Regione la musica sembra cambiata, così il nuovo budget riservato alla sanità convenzionata è stato fissato da Mantoan in 380 milioni, risultante del fatturato dell’anno precedente (365) aggiornato con l’indice Istat al 3,8%. Se si considera che nella primavera scorsa i privati avevano ottenuto dall’amministrazione Galan un aumento “stellare” del 17%, l’inversione di tendenza è lampante. La delibera relativa sarà sottoposta alla giunta la prossima settimana e non sarà indolore: le imprese, dopo aver invano reclamato un “ritocco” (chiamiamolo così) del 19%, ora minacciano ricorsi al Tar e tagli del personale. Le pressioni, anche politiche, sono notevoli e il business in ballo, ingente. Un bel banco di prova per Zaia, sì.
Il Mattino di Padova
23 febbraio 2011