A meno di integrazioni o blitz dell’ultim’ora, nell’ordine del giorno della Stato-Regioni del 3 marzo non compare ancora il riparto dei 106,5 (103,9 per i Lea, gli altri di somme vincolate) miliardi di fondo sanitario 2011 su cui invece proseguono gli scontri a distanza tra Regioni pro-proposta del ministero (Veneto in testa: Zaia ha escluso nel modo più assoluto di poter accettare l’introduzione dell’indice di deprivazione tra i criteri) e Regioni del Sud che invece vogliono a tutti costi calcolare le assegnazioni anche in base a indicatori socioeconomici ed eventualmene anche geografici (Regioni più piccole). (leggi la proposta del ministero della Salute respinta dalle Regioni e la posizione e le proposte dei governatori)
Mentre poi in Stato-Regioni non ci sono all’ordine del giorno altri provvedimenti sanitari, in conferenza Unificata è prevista l’intesa sullo schema di decreto legislativo «disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro enti e organismi, a norma degli articoli I e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42».
Si tratta del provvedimento previsto nell’ambito del federalsimo fiscale (anticipato su questo sito: vedi) con cui si stabilisce che dal 2014 i bilanci di regioni ordinarie ed enti locali dovranno parlare la stessa lingua: stesso schema, modellato sui principi europei del Sec 95, ai bilanci di comuni, province e regioni a statuto ordinario. Per quanto riguarda la sanità, il nuovo decreto di attuazione del federalismo fiscale punta a mettere ordine nei conti regionali, degli enti locali e delle strutture sanitarie. L’obiettivo è infatti quello di armonizzare i principi contabili e gli schemi di bilancio in modo da «disporre – avverte la relazione illustrativa al Dlgs – di dati di bilancio omogenei e confrontabili per il consolidamento dei conti delle pubbliche amministrazioni, oltre che per soddisfare le esigenze informative connesse all’attuazione del federalismo fiscale».
Ilsole24ore.com – 25 febbraio 2011