Dopo la decisione dell’ufficio di presidenza delle commissioni congiunte Bilancio e Affari costituzionali di Montecitorio di non votare il mandato al relatore, le opposizioni si prepara all’ostruzionismo in aula
Il Milleproroghe arriverà direttamente in aula alla Camera martedì 22 febbraio. Pd, Idv, Udc, Fli e Api hanno annunciato che i parlamentari di minoranza si iscriveranno tutti a parlare, non avendo potuto farlo in commissione a causa dell’auto-ostruzionismo della maggioranza. «Non aver dato il mandato al relatore è un grandissimo precedente», ha detto Pier Paolo Baretta (Pd), definendo il Milleproroghe «un mostro politico e giuridico e anche di carattere parlamentare». Ha denunciato la presenza di una maggioranza bloccata che «ricorre a innaturali pratiche ostruzionistiche».
Bressa (Pd): oggi Pdl e Lega erano in minoranza in commissione
«Oggi é una giornata particolare: Pdl e Lega alla Camera non fanno votare il decreto milleproroghe perché sono in minoranza nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio – ha commentato Gianclaudio Bressa, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali – e a Palazzo Chigi il governo si spacca. La stagione delle riforme è con tutta evidenza una grande balla. Inoltre, vedere un esecutivo spaccarsi sulla celebrazione dell’unità del proprio paese fa veramente male e continua a gettare discredito sull’Italia, come se non bastasse tutto ciò che è avvenuto negli ultimi mesi».
Borghesi (Idv): uno schiaffo al Parlamento
Per il vice capogruppo dell’Idv alla Camera Antonio Borghesi siamo al «punto più basso del degrado istituzionale, è uno schiaffo al parlamento», perchè le norme non sono state vagliate nè dal Senato, nè dalla Camera. «Per la prima volta siamo di fronte alla serrata di una presunta maggioranza», ha detto il vice segretario dell’Udc Mario Tassone, definendo il mancato mandato al relatore «un problema economico, politico e costituzionale».
Tabacci (Api): nelle due commissioni la maggioranza non ha i numeri
Bruno Tabacci, capogruppo Api alla Camera, ha osservato che «la maggioranza dichiara che continua ad allargarsi, ma nelle due commissioni chiave la maggioranza non c’è». E la maggioranza dovrà spiegare «che mentre difendono il bunga bunga il loro federalismo produce più tasse e meno autonomia per i comuni».
Lo Presti (Fli): per evitare contrasti sulle quote latte si è preferita la strada della non discussione
«Per evitare contrasti sulle quote latte tra Pdl e Lega – per il capogruppo di Fli in commissione Bilancio, Nino Lo Presti – si è preferita la strada della non discussione». Il finiano ha rilevato che in commissione è stato rilevato il primato dell’auto-ostruzionismo della maggioranza, tanto che il comitato legislativo si è trovato nell’impossibilità di formulare osservazioni.
ilsole24ore.com – 18 febbraio 2011