Quali conseguenze avrà l’intesa sottoscritta il 4 febbraio per gli enti che hanno già dato attuazione alla riforma Brunetta? Sicuramente, ancora una volta, l’essere stato diligente non premia.
Il Dlgs 150/2009 era immediatamente applicabile per la Pa centrale, mentre gli enti locali avevano tempo fino al 31 dicembre per adeguarsi ai principi contenuti nel decreto. Comuni e province hanno trascorso, verso la fine dell’anno e nel primo scorcio del 2011, giorni e giorni nel cimentarsi a strutturare un sistema di misurazione e valutazione della performance, che garantisse una certa equità nella distribuzione del relativo bonus, pur nel rispetto del principio della differenziazione della valutazione.
Alla fine, è stato disegnato il perno della riforma, le temute fasce, che avrebbero dovuto premiare, in termini economici, i più bravi a scapito dei dipendenti meno efficienti. L’intesa raggiunta fra governo e sindacati riguarda l’amministrazione centrale, ma i ben informati giurano che è già pronto l’accordo-fotocopia per le regioni e le autonomie locali. Se così fosse, per tutta la pubblica amministrazione si avrebbe un sostanziale congelamento del sistema premiante legato alle fasce, stante l’impossibilità dei dipendenti di vedersi ridotta la parte accessoria dello stipendio e l’esiguità delle risorse da destinare ai premi.
La prima conseguenza vedrebbe vigenti i regolamenti delle amministrazioni approvati nei giorni scorsi, che impongono la suddivisione dei dipendenti pubblici in tre o più fasce (in base alle scelte effettuate dall’ente), dai più meritevoli ai più scarsi, a fronte delle quali ora, però, vi sono miseri riconoscimenti economici, ma sicure e pesanti ripercussioni negative a livello di gestione dell’organizzazione. Le amministrazioni che, al contrario, sono rimaste in posizione di attesa, forti delle molteplici voci di slittamento dei termini di applicazione della riforma Brunetta, potrebbero, ora, adeguare i regolamenti anche scegliendo di relegare, in secondo ordine, le fasce.
Gli enti che hanno già recepito il Dlgs 150/2009 potrebbero recepire il contenuto dell’intesa, ma il prezzo da pagare è rappresentato da una nuova deliberazione dell’organo esecutivo, che, a distanza di pochi giorni, riapprovi un nuovo testo di sistema di misurazione e valutazione della performance, dal contenuto sostanzialmente differente, con evidenti difficoltà nella motivazione che giustifica tale atteggiamento.
Ilsole24ore.com 14 febbraio 2011