Prima che si apra il dibattito sul federalismo fiscale nella “bicameralina”, le Regioni chiedono conto degli impegni sottoscritti il 16 dicembre
“Tale Accordo – sottolinea il presidente della Conferenza delle Regioni – è fondamentale perché cambia alcuni riferimenti finanziari su cui si basa lo stesso federalismo fiscale”.
L’Accordo del 16 dicembre scorso in Conferenza Stato Regioni non era stato un risultato facile, ma il frutto di un lungo braccio di ferro tra il Governo, che voleva raggiungere l’intesa sul decreto che riuniva federalismo fiscale regionale e costi standard in sanità, e le Regioni, che lamentavano i tagli “insostenibili” della manovra economica. Relazioni interrotte, riunioni rinviate, incontri mancati, fino al 16 dicembre: le Regioni danno l’Intesa sul decreto, in cambio di precisi impegni economici del Governo.
In estrema sintesi l’accordo prevedeva il finanziamento di 550 mln complessivi per il 2011 per il trasporto pubblico locale; la compartecipazione delle Regioni dal 2012 sulle accise del carburante, sempre finalizzate a finanziare il TPL; la revisione, dal 2012, del taglio di 4 miliardi ai trasferimenti regionali.
Ma di tutto questo, in quasi due mesi, si sono perse le tracce. “Ad oggi – scrive Errani in una nota – la Conferenza delle Regioni è in attesa, nonostante le diverse e ripetute rassicurazioni del Governo, che l’Esecutivo traduca in norme quanto stabilito nell’Accordo-Regioni del 16 dicembre 2010. E tale Accordo è fondamentale perché cambia alcuni riferimenti finanziari su cui si basa lo stesso federalismo fiscale”.
Quotidianosanita.it – 9 febbraio 2011