Uffici vuoti e missioni sospette: sotto inchiesta 100 dipendenti della sede di Rovigo. Pause caffè che si protraevano all’infinito, assenze dal lavoro che sarebbero durate ore
Questo il quadro di una truffa di vaste proporzioni su cui sta indagando la Guardia di finanza di Rovigo, con accertamenti su un centinaio di dipendenti della sede rodigina della Regione Veneto, protagonisti di reiterati e protratti episodi di assenteismo. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Sabrina Duò, era partita ancora a metà 2009 ed è proseguita da allora con un articolato lavoro investigativo. Gli inquirenti, attraverso le riprese video e fotografiche, centinaia e centinaia di ore di filmati, hanno ricostruito i movimenti dei dipendenti della grande sede della Regione in viale della Pace, dove trovano posto, tra l’altro, gli uffici di Genio civile e dell’Ispettorato agricoltura. Da quelle riprese le prime conferme: numerosi dipendenti si sarebbero allontanati anche più volte nell’orario di ufficio, immediatamente dopo aver registrato l’ingresso e timbrato il cartellino. E non si sarebbe trattato di qualche caso isolato, ma di un sistema generalizzato messo in atto da decine e decine di persone. Non semplici pause di dieci minuti, ma assenze per periodi decisamente prolungati.
Alle 170 ore di filmati si sono aggiunti perquisizioni, acquisizione di documentazione come tabulati meccanografici, badge card, fogli di presenza, ordini di uscita e permessi. Il personale delle fiamme gialle ha eseguito anche esami tecnici del materiale informatico, con accertamenti sull’hard disk del videoregistratore. Sarebbero stati messi in atto tutti i controlli per verificare i meccanismi che potrebbero aver permesso ai dipendenti di trattenersi fuori ufficio, compresa l’analisi delle missioni cui era destinato il personale, per accertare se gli impiegati avessero effettivo titolo a lasciare l’ufficio. O se le assenze motivate in questo modo in realtà non avessero giustificazione in ragioni di servizio. L’inchiesta è ancora in corso e negli ultimi mesi gli accertamenti investigativi avrebbero trovato nuovi riscontri e sviluppi. La notizia, annunciata dal procuratore della Repubblica di Rovigo, Dario Curtarello, in apertura dell’anno giudiziario, per il numero elevato di indagati, è destinata a suscitare scalpore.
«Come Regione Veneto abbiamo ricevuto una richiesta di informazioni della Procura sulla nostra sede di Rovigo ancora la scorsa estate – dice il vicepresidente della Regione e assessore alle risorse umane, Marino Zorzato – abbiamo inviato in tempi celeri quanto ci era stato chiesto: registrazioni, resoconti e tabulati di entrata e uscita del personale. Da allora non abbiamo più avuto notizie sugli esiti di quegli accertamenti. Qualora fossero accertate responsabilità dei dipendenti, prenderemo i necessari provvedimenti». Nella sede della Regione di Rovigo anche gli impiegati, dopo una visita della Finanza alcuni mesi fa, dicono di non avere più avuto notizie e ora la prospettiva che molti di loro possano essere indagati suscita sconcerto. «I dipendenti sapevano degli accertamenti – dice il segretario regionale Uil Fpl, D’Emanuele Scarparo – ma non degli esiti delle indagini».