A dicembre 2010 si è fermato il calo dell’occupazione, stabile la disoccupazione. Il numero di chi cerca lavoro cala dello 0,5 % rispetto a novembre, +2,5% rispetto a un anno fa. In Germania i senza lavoro ai minimi dal ’92
ROMA – Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a dicembre 2010 è salito al 29%, con un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,4 punti percentuali rispetto a dicembre 2009, segnando così un nuovo record negativo. Si tratta, infatti, del livello più alto dall’inizio delle serie storiche mensili, ovvero dal gennaio del 2004. Lo comunica l’Istat in base a dati destagionalizzati e a stime provvisorie.
Il numero di occupati a dicembre 2010, sempre su dati destagionalizzati, risulta invariato sia rispetto a novembre 2010 sia su base annua. Il tasso di occupazione, pari al 57 per cento, risulta stabile rispetto a novembre e in riduzione di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il numero delle persone in cerca di occupazione risulta in diminuzione dello 0,5 per cento rispetto a novembre, e in aumento del 2,5 per cento rispetto a dicembre 2009. Il numero di inattivi di età compresa tra 15 e 64 anni a dicembre 2010 aumenta dello 0,1 per cento rispetto sia a novembre sia a dicembre 2009. Il tasso di inattività, pari al 37,6 per cento, è invariato rispetto al mese precedente e in diminuzione rispetto a dicembre 2009 (-0,1 punti percentuali).
Dati che i tecnici dell’Istituto di statistica considerano più confortanti: “A chiusura del 2010 le condizioni del mercato del lavoro appaiono un po’ più serene – rilevano gli statistici -, da autunno l’occupazione ha smesso di scendere e la disoccupazione nell’ultimo bimestre, novembre e dicembre, ha preso a calare. L’unico elemento che stona è la disoccupazione giovanile, che ancora una volta torna a scalare posizioni, segnando un nuovo record”.
Dalla Germania la nuova conferma che la “locomotiva” ha ripreso a marciare. Il numero dei disoccupati scende ai minimi dal 1992. A gennaio i senza lavoro sono diminuiti di 13.000 unità a 3.135 milioni, il livello più basso da novembre 1992, superate anche le previsioni che puntavano su un calo di 9mila unità, rispetto alla crescita, rivista, di 1.000 In dicembre. Lo ha comunicato l’Agenzia federale del Lavoro di Norimberga, precisando che il tasso di disoccupazione destagionalizzato è sceso dal 7,5% al 7,4%. Il tasso di disoccupazione non depurato dei fattori stagionali, invece, segna un rialzo considerevole: nel mese di gennaio è del 7,9%, rispetto al 7,2% segnato in dicembre e al 7,5% delle attese.
Sacconi: “Giovani, investire sulle competenze”. Sulla disoccupazione giovanile, l’aspetto che maggiormente caratterizza in negativo la situazione del lavoro in Italia, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sottolinea che “le incertezze che permangono sulla ripresa contraggono le nuove assunzioni e inducono a consolidare anche attraverso gli ammortizzatori sociali i rapporti di lavoro in essere – spiega il ministro -. Per i giovani il piano del governo, anche con misure specifiche di incentivazione, si rivolge soprattutto all’investimento nelle competenze e, in particolare, ai contratti di apprendistato che integrano apprendimento e esperienza lavorativa”.
Cgil: “Gap generazionale in tutte le forme di lavoro”. Sul fronte sindacale, il commento del segretario confederale Cgil Fulvio Fammoni. “Un terzo dei giovani non lavora – denuncia Fammoni -, pari all’8% in più dell’Europa, mentre una cifra ancora più alta lavora solo con contratti di tipo precario, come dicono le percentuali delle assunzioni. Precarietà nel lavoro è sempre più una precarietà sociale”. Secondo Fammoni “si sta creando un vero e proprio gap generazionale che riguarda tutte le forme di lavoro, da quelle più di carattere esecutivo a quelle qualificate. La disoccupazione e la precarietà riguarda in modo ampio anche i neo laureati”.
Cisl: “Convocare parti sociali per interventi mirati”. Il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, vede nei dai Istat diffusi oggi la certificazione di “una pericolosa situazione di stallo, nella quale i problemi storici del nostro mercato del lavoro si aggravano, come dimostra la crescita della disoccupazione giovanile, arrivata al 29%, ben oltre la media europea del 20,4%”. Per il dirigente sindacale “mai come ora è necessario agire con interventi decisi e mirati, sui quali chiediamo al governo una immediata convocazione delle parti sociali, coinvolgendo anche le regioni”.
Uil: “Serve terapia d’urto”. In una nota, il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy avverte: “Se da un lato diminuiscono, seppur lievemente, le persone in cerca di occupazione, dall’altro risulta in crescita sia il numero delle persone scoraggiate, sia soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile”. La situazione “richiede che si adottino vere e proprie terapie d’urto tese ad aumentare la partecipazione al mercato del lavoro in generale e di giovani e donne anche attraverso la rapida attuazione degli obiettivi contenuti nel Piano di azione per l’occupabilità dei giovani”.
Pd: “Zero tasse per giovani assunti”. Per Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del Pd, “l’aumento della disoccupazione giovanile non è una notizia improvvisa. Va così da due anni e da due anni arrivano solo giustificazioni di circostanza. Ora abbiamo superato il livello di guardia: quando in un paese un giovane su tre non lavora (al sud il dato è di 2 su 3 in molte province), quel paese non ha futuro”. La proposta del Pd è “tasse zero per i giovani neo assunti – aggiunge Boccia -. Lo chiediamo da un anno ma la risposta del governo è stata sempre no. Ora chiediamo un atto di coraggio”.
Repubblica.it – 1 febbraio 2011