Maglia «nera» per Campania e Sicilia. Gli italiani preferiscono finire al camposanto in primavera e nascere in ottobre. Highlander a Bolzano
Vivere al Sud, anzi morire al Sud. Secondo l’Istat nel Mezzogiorno la vita termina prima che al Nord. E sono la Campania felix e la Sicilia altrettanto felix a seppellire prima i propri cittadini.
La nuova indagine demografica rivela molti dati interessanti anche sulla cronologia e la concentrazione di vitamorte: in Italia si nasce a ottobre e si muore a marzo e, in media, sono gli abitanti delle Marche e della provincia di Bolzano a vivere più a lungo, mentre finiscono prima al camposanto quelli della Sicilia e della Campania.
MORIRE IN PRIMAVERA – Gli italiani preferiscono morire in primavera. Il dossier ‘Indicatori demografici 2010’ elaborato dall’istituto di statistica parla chiaro: negli ultimi anni parti e decessi si sono concentrati in particolare in due mesi. Per quanto riguarda le nascite, nel 2009 e nel 2010 (ma per quest’anno si tratta di una stima) il picco si è avuto in ottobre (circa 52.000), mentre le morti si sono verificate in media maggiormente nel mese di marzo (circa 54.000 casi).
HIGHLANDER A BOLZANO E NELLE MARCHE – Anche quest’anno le regioni più longeve sono quelle del Nord-est e del Centro. Due, in particolare, le zone degli ‘highlander’: la provincia di Bolzano e le Marche, al top della classifica regionale sulla speranza di vita alla nascita. Nella provincia di Bolzano, infatti, la speranza di vita è di 80,2 anni per gli uomini e 85,3 per le donne, mentre nelle Marche è di 80 per gli uomini e 85,5 per le donne (tutte stime riferite al 2010).
CAMPANIA E SICILIA, PRIMATO NEGATIVO – Al Sud, invece, si vive di meno. In fondo alla classifica dell’Istat ci sono infatti la Sicilia e la Campania, nelle quali rispettivamente un uomo vive in media 78,6 e 77,7 anni, una donna 83,5 e 83 anni. Ma anche la Liguria non se la passa bene: è terzultima nella classifica maschile (speranza di vita di 78,6 anni in media) e quartultima in quella femminile (84,1 anni).
Corriere.it
24 gennaio 2011