Prima Assemblea dell’Apav al Bovolino dopo la fondazione in febbraio. Lezione di Gianluigi Bressan del servizio veterinario dell’Asl 22
Gli apicoltori dell’Apav, Associazione provinciale apicoltori veronesi, nata in febbraio e forte di centinaia di soci, si è riunita all’Istituto «Stefani-Bentegodi» di Bovolino a Buttapietra per fare il punto dell’attività apistica sul territorio veronese e confrontarsi sugli aggiornamenti tecnico-scientifici-legislativi del proprio specialistico settore ecologico. Dopo l’apertura dei lavori del preside della scuola, Lauro Bernardiniello e del presidente Graziano Corbellari, si sono dibattute le strategie per risolvere la moria delle api (50% negli anni scorsi) e produrre miele biologico di qualità certificata, promuovendo la conoscenza del loro mondo affascinante (ed essenziale) in un ambiente sempre più degradato dall’inquinamento e dall’uso di fitofarmaci (solo dal 2008 sono stati sospesi dalla Regione Veneto i neon! icotinoidi della concia del mais alla semina, che facevano impazzire gli insetti imenotteri e non trovare più la strada delle arnie). Proposito dell’Apav è ottenere una maggiore sensibilità all’uso di miele, polline, pappa reale e propoli e cera, delle amministrazioni pubbliche e dei proprietari dei fondi agricoli che trovano nell’attività delle api il mezzo migliore (col vento) per moltiplicare dalla fecondazione alla fioritura, la fruttificazione e il reddito. Fermo restando che fare l’apicoltore è una passione in crescita, all’assemblea si è proceduto alla distribuzione degli attestati di frequenza al corso di formazione professionale della scorsa estate a Caprino (53 adesioni, anche tre donne) annunciando altri corsi base per principianti nel 2011, a Soave ed ancora a Caprino.
«Impollinazione, coscienza del mondo agricolo» ha detto il segretario Osvuoldo Del Fabbro. Sono stati passati in rassegna dal vice presidente Dario Test! i le norme per i contributi regionali dall’Avepa, mentre il veterinario Gianluigi Bressan, dell’Ulss 22 di Bussolengo, ha tenuto la lectio magistralis sulla legislazione apistica con il registro dei trattamenti contro le malattie più devastanti, la denuncia degli alveari nomadi e stanziali, le multe per la vendita dei nuclei non sottoposti ai controlli della polizia veterinaria, la registrazione del commercio del miele oltre all’autoconsumo, i laboratori domestici di trattamento dei telaini cerei opercolati, l’elaborazioni di mieli con frutta, propoli e pappa reale in base alle norme igieniche (dl 852/2004 e LR 28 7 2006), e le norme sul nomadismo stagionale evidenziando pure le normative non chiare fra Usl e regioni. Hanno concluso Alessandro Pistoia, autore di un recente manuale di apicoltura pratica e Santo Montagnana, docente e curatore di un corso volontario per gli allievi che lo frequentano fuori delle lezioni