“Nei casi di crudeltà verso gli animali, di solito non ci sono testimoni, o i testimoni sono riluttanti, e certamente le vittime, anche se sono vive, non possono testimoniare”, dice Melinda MerckAnimal CSI. Riprende il titolo di una serie televisiva il nome che è stato dato ad una nuova figura professionale recentemente nata in America. Si tratta di veterinari specializzati che collaborano con le forze dell’ordine per fare chiarezza sui casi di maltrattamenti o attività criminali che coinvolgono gli animali.
La domanda di veterinari forensi è infatti cresciuta da quando molti Stati hanno adottato leggi volte a punire atti di crudeltà nei confronti degli animali. Le forze dell’ordine ritengono inoltre che coloro che maltrattano gli animali sono inclini a commettere crimini contro le persone.
“Nei casi di crudeltà verso gli animali, di solito non ci sono testimoni, o i testimoni sono riluttanti, e certamente le vittime, anche se sono vive, non possono testimoniare”, ha dichiarato al The Huffington Post Melinda Merck, veterinaria che collabora abitualmente con l’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals.
Melinda Merck, una delle poche specialiste nel settore, è co-fondatrice di un programma di formazione in scienza forense veterinaria dell’Università della Florida. Presso l’Università si tengono seminari per insegnare l’analisi della scena del crimine e la conservazione delle prove nei casi di abusi verso gli altri animali come quelli riguardanti gli allevamenti di cuccioli o i combattimenti tra cani.
“Tutti noi riceviamo casi di abuso o sospetto abuso – spiega Cheryl Clark di San Diego, un veterinario con alle spalle oltre 30 anni di servizio -. A questo punto della mia carriera, voglio avere una conoscenza più precisa per aiutare altri veterinari. Voglio aiutare gli animali su scala più globale, quindi penso che il modo per farlo è perseguire i colpevoli di abusi e cercare di ottenere variazioni della normativa in materia”.
17 dicembre 2010