Il pm Cinzia Piccioni ha chiuso le indagini sulle uccisioni di animali al Rifugio del cane dove, per l’accusa, i cani sarebbero stati soppressi con il Pentothal senza che avessero malattie tali da giustificare la loro eliminazione e «dopo aver subito un traumatico contenimento fisico». Un cane potrebbe essere morto «per choc» prima dell’iniezione letale. Sono sei gli indagati, per i quali si va verso la richiesta di rinvio a giudizio.
A Maurizio Guerrini, ex presidente dell’Associazione zoofili cremonesi che gestiva il canile comunale, il pm contesta i maltrattamenti di animali. All’ex vice presidente Cheti Nin, in concorso con le volontarie Elena Caccialanza e Laura Grazia Gaiardi, e con la veterinaria dell’Asl, Michela Butturini, la procura ha ritenuto sussistente, allo stato, l’ipotesi di reato di uccisione di animali reiterata nel tempo senza che vi fosse alcuna giustificazione e al di fuori dei casi tassativamente previsti dalla legge, ma anche l’esercizio abusivo della professione veterinaria. Al veterinario Aldo Vezzoni si contesta l’abuso di ufficio per prescrizione di farmaci in quantità superiore.
Nel marzo di un anno fa, i carabinieri del Nas sequestrarono il canile. Da alcuni mesi stavano indagando sulle presunte uccisioni di animali, dopo aver raccolto le testimonianze di chi, volontari e dipendenti, nella struttura di via Vecchio Casello ci aveva lavorato. Gli inquirenti trovarono 32 carcasse nella cella frigorifero. Determinanti, nell’ottica della procura, le conclusioni «choc» del dottor Rosario Fico, perito incaricato dal gip Clementina Forleo di eseguire le autopsie sulle carcasse. Responsabile dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, sezione di Grosseto — centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria — Fico ha concluso che «dei 25 cani esaminati, almeno 12 sono morti per l’inoculazione di tiopentale (Pentothal). Dei gatti esaminati, due su sette hanno subito anch’essi la somministrazione di tiopentale. Il tiopentale non è un farmaco registrato come eutanasico e pertanto, averlo usato a tale scopo non è legittimo». (16 dicembre 2010)