Roma, 14 dicembre (Adnkronos Salute) – Batteri, virus, inquinanti ambientali, ormoni e diossina. Questi i rischi maggiormente percepiti dai consumatori sanniti in tema di sicurezza alimentare. Cittadini sensibili alle emergenze ‘mediatiche’: circa il 70%, infatti, modifica il proprio modo di fare la spesa nel caso in cui vi siano notizie su illeciti alimentari. Solo il 29% ha fiducia negli organi di controllo.E’ quanto emerge dalla prima ‘Indagine sulla percezione dei rischi alimentari e degli stili di consumo su un campione di famiglie sannite’, condotta su 300 nuclei familiari nell’ambito del progetto ‘Educazione al consumo consapevole di prodotti alimentari e promozione dei prodotti tipici’, realizzato dal Movimento difesa del cittadino (Mdc) di Benevento, in partnership con Federconsumatori e Lega consumatori, con il contributo della Camera di Commercio di Benevento.
Il dato positivo è la grande richiesta non solo di sicurezza, ma soprattutto di qualità, testimonianza di una maggiore consapevolezza del consumatore: l’88% è disposto a pagare di più per un prodotto garantito e certificato. “L’obiettivo del progetto – spiega il presidente provinciale Mdc, Francesco Luongo – è quello di fornire strumenti di autotutela ai consumatori vittime delle frodi alimentari, qualificando anche la domanda con una educazione al consumo consapevole dei prodotti che permetta di mangiare in modo più sano risparmiando”. Per quanto riguarda gli stili di consumo, vince la grande distribuzione. Che si tratti di discount o supermercati, è il principale canale di vendita per le famiglie sannite: 59% e 24% rispettivamente nel discount e al supermercato. Un’abitudine, quella della spesa quasi tutti i giorni, che riguarda solo alcune realtà sannite come l’area del Fortore (75%), le colline beneventane (43%) e l’alto Tammaro (40%).
A Benevento, invece, si preferisce fare acquisti per il 56% almeno una volta settimana e per il 44% 2 volte a settimana. Fresco o surgelato? Dipende dal reddito. I prodotti che incidono maggiormente nel budget familiare – per chi spende fra il 30-50% del proprio reddito per la spesa – si dividono equamente tra freschi e surgelati (49% i primi e 51% i secondi). Mentre per le persone che utilizzano fino al 30% del proprio reddito per l’acquisto di beni, l’81% è destinato ai prodotti freschi e il 19% ai surgelati. La tipologia di cittadini che acquista prioritariamente prodotti freschi è rappresentata dagli impiegati (29%), seguiti dagli operai (15%). Gli acquirenti di prodotti surgelati sono in primis i liberi professionisti (26%), seguiti pari merito dai pensionati e commercianti.