I personaggi: i giovani laureati della facoltà che ha sede in città. La laurea conseguita a Vicenza ha permesso loro di trovare subito lavoro. «Gli aspetti pratici trattati consentono di affrontare temi con approccio nuovo»
Sono talmente soddisfatti del loro percorso di studi che vorrebbero iscriversi alla laurea specialistica, approfondendo alcune tematiche pratiche e analizzandone altre di nuove.
Ma la laurea magistrale in Sicurezza igienico sanitaria degli alimenti, branchia di Veterinaria e corso di studi attivo a Vicenza, non c’è. Almeno per ora. In futuro, visto il successo, i riscontri ottenuti e le richieste degli studenti, chissà. Nel frattempo in viale Margherita si continuano a sfornare gli specialisti dei prodotti alimentari e delle materie: si tratta di giovani che trovano lavoro nelle industrie del settore, anche fuori dal Veneto, in tempi relativamente brevi.
Andrea Filippi e Arianna Trivellin sono due giovani laureati già entrati nel mondo del lavoro. Rappresentano la cartina al tornasole del successo di questo corso di laurea di cui si sente poco parlare ma che continua ad ottenere riconoscimenti anche a livello accademico.
«Noi ci siamo iscritti – spiegano – perché avevamo una passione innata per le materie scientifiche: biologia, chimica e fisica su tutte. Finché non frequenti, però, non puoi sapere che tutto qui è finalizzato ad avere competenze pratiche specifiche».
Ed è qui che sta la forza di Sicurezza alimentare: «Al di là della teoria – precisa Filippi – sono gli aspetti pratici trattati che consentono di affrontare determinate tematiche con un approccio innovativo. Con gli alimenti, i metodi di conservazione e produzione, le etichette e i conservanti ci si ha a che fare ogni giorno. E subito si ha modo di sperimentare ciò che si impara sui libri».
Di esempi pratici se ne possono trovare decine. Basta prendere gli scandali alimentari degli ultimi anni: dalle mozzarelle blu, all’aviaria passando per la mucca pazza.
A dire il vero Trivellin, dopo il diploma al liceo “Quadri”, aveva puntato diritto verso il corso di laurea di dietetica. Poi il numero chiuso (13 posti con 200 candidati) l’ha costretta a desistere: «All’inizio è stato un ripiego. Mi sono detta: rimango qui un annetto e poi riprovo il test di ingresso. Poi strada facendo, è scoccata la scintilla e ho deciso di rimanere».
Che sia stato il caso o il destino è difficile dirlo.
Anche perché Trivellin ha sempre aiutato sua madre nella bottega “L’angolo del pane” che si trova in Strada del Tormeno: «Sicuramente le mie conoscenze mi hanno consentito di dare qualche consiglio in materia di qualità e igiene degli alimenti in modo da migliorare l’attività di mia madre. Anche perché cerco sempre di acquisire nuove conoscenze che possono essermi utili in campo lavorativo».
Entrambi non hanno fatto poi così fatica a trovare un posto di lavoro: «Avevo svolto uno stage alla Cereal Docks di Camisano – aggiunge Filippi – imparando ad utilizzare il Nir, uno strumento che ti consente fra l’altro di monitorare e controllare la qualità delle materie prime e dei prodotti finiti: io, ad esempio, eseguivo analisi sull’olio”. Proprio su quell’argomento Filippi ha eseguito la sua tesi di laurea al termine della quale è stato anche assunto dalla stessa azienda di Camisano.
Anche Trivellin ha svolto uno stage, esattamente a “La Centrale del Latte” di Vicenza, specializzandosi nell’igiene e nelle tecnologie dei processi alimentari. Attualmente invece lavora all’istituto zooprofilattico delle Venezie: «Mi occupo di analisi microbiologiche: in particolare cerco negli alimenti microrganismi di ogni tipo in grado di alterare i prodotti».
Altri loro colleghi hanno trovato lavoro addirittura prima di laurearsi: «D’altro canto-puntualizza Trivellin- il nostro è un percorso di studi di tutto rispetto. Chi non conosce questa laurea la sottovaluta perché magari la considera di serie B, perché breve. Per evitarlo si dovrebbe potenziarla ed ampliare gli insegnamenti, introducendo la specialistica».
A Trivellin e Filippi, infatti, rimane un cruccio: «A nostro avviso, si potrebbe introdurre, fra gli altri, un insegnamento che si soffermi sulle problematiche connesse alla distribuzione degli alimenti”. Il messaggio è lanciato. Forte e chiaro.
Il Giornale di Vicenza
14 Dicembre 2010