La maggioranza va sotto alla Camera per la seconda volta nel giro di due settimane. E i finiani fanno sapere che non voteranno la fiducia al premier. Ma Silvio Berlusconi non mostra preoccupazione alcuna. Anzi fa sapere, attraverso una nota, che il governo «incurante degli attacchi e delle polemiche, continua a lavorare con ottimi risultati sia in politica interna che in politica estera». Nel comunicato, il premier ricorda l’approvazione della legge sulla stabilità finanziaria a Montecitorio, il federalismo fiscale e il Piano per la sicurezza, e annuncia che l’esecutivo ha messo a punto il Piano per il Mezzogiorno. Poi affronta anche le «questioni all’interno del Popolo della Libertà», precisando che è sua intenzione affrontarle quanto prima, «con la consueta disponibilità a prendere in considerazione le varie opinioni». Il Cavaliere non cita esplicitamente Mara Carfagna né nessun altro membro del suo partito, ma l’appello ai suoi è preciso: «Invito tutti al senso di responsabilità, alla sobrietà, al rispetto dei nostri militanti e dei nostri elettori che non approvano certo personalismi ed esibizionismi».
MOBILITAZIONE – Non solo. Il Pdl, su input di Berlusconi, sta ora lavorando al progetto di una grande mobilitazione nazionale, con gazebo in diverse città italiane e una raccolta di firme a sostegno dell’azione di governo e della prosecuzione dell’attività dell’esecutivo per non tradire il mandato degli elettori. La mobilitazione dovrebbe tenersi nel fine settimana dell’11 e 12 dicembre, alla vigilia della verifica parlamentare.
KO ALLA CAMERA – Il comunicato del premier che contiene l’invito alla sobrietà segue di poche ore il doppio ko del governo alla Camera: la coalizione che regge l’esecutivo inciampa due volte sull’assegnazione di un seggio supplementare al parlamento europeo. Si vota a scrutinio segreto, e a sorpresa viene approvato l’emendamento dell’opposizione che di fatto attribuisce lo scranno all’Udc. Quanto basta per far perdere qualche speranza al ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Non so neanche se arriveremo a fare il decreto di fine anno» sul federalismo, spiega il titolare del Viminale.
SCONTRO BOCCHINO-LA RUSSA – I contorni della crisi si delineano dunque sempre di più. E i finiani restano sul piede di guerra. Lo dimostra il voto alla Camera sui seggi Ue e lo confermano le parole del deputato Italo Bocchino: «È evidente che non ci sono le condizioni per cui noi possiamo votare in questo momento la fiducia al governo Berlusconi» ha detto il capogruppo di Fli alla Camera. «Alla fine sono convinto che Berlusconi sceglierà la via più saggia che è quella delle dimissioni per evitare di essere sfiduciato – ha aggiunto -, non c’è dubbio che il passaggio parlamentare non può non essere legato a un elemento di discontinuità». Riferendosi alle parole del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini che lunedì ha sottolineato che i centristi non voteranno la fiducia al governo, Bocchino ha commentato: «Casini fa parte dell’opposizione, noi abbiamo altre responsabilità». «Siamo in attesa di una risposta da Silvio Berlusconi – ha ribadito – ammesso che venga a far shopping in Parlamento poi che fa? Se Berlusconi viene il 13 e dice che c’è una situazione di stagnazione, dice “mi rendo conto che bisogna fare delle riforme istituzionali, la riforma della legge elettorale, la riforma del Fisco, un grande provvedimento economico e sociale” troverà una maggioranza più ampia. Questo chiediamo noi. Non chiediamo posti: li abbiamo restituiti». La replica del Pdl arriva poco dopo, per voce coordinatore del Pdl e ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «E chi ha mai detto che ci sono le condizioni…? Loro chiedono le dimissioni di Berlusconi, le dimissioni non ci saranno, quindi le condizioni evidentemente non ci sono».
«PRONTI ANCHE A UNA NOSTRA MOZIONE DI SFIDUCIA» – Il coordinatore di Fli Adolfo Urso, in risposta al ministro della Difesa ha ribadito che «se non vogliono dar vita a una nuova fase e continuare nella vecchia» Futuro e Libertà darà una risposta politica adeguata.
MUSSOLINI-COSENTINO, BACIO “CINEMATOGRAFICO” – Torna sui suoi passi nel frattempo Alessandra Mussolini. L’ex An fa sapere infatti che voterà la fiducia al governo nonostante le polemiche col ministro Carfagna . «Mi è giunta la solidarietà dei deputati e dei senatori campani e con Nicola Cosentino ci siamo dati un bacio sulla bocca, un bacio cinematografico. È stato un segnale politico anche per la Carfagna». Poi avverte: «L’ho detto a Silvio Berlusconi, la Carfagna sta con Bocchino: non si faccia infinocchiare».
Corriere.it
23 novembre 2010