Errori terapeutici e diagnostici, in crescita soprattutto per i malati di tumore, infezioni ospedaliere e mancanza di informazioni sulle prestazioni assistenziali. Sono gli elementi che caratterizzano la sanità vista dai cittadini, almeno da quei 228mila italiani che dal 1996 ad oggi si sono rivolti al Tribunale dei Diritti del Malato, in media 16mila all’anno, più di 40 al giorno. In occasione del trentennale del Tribunale, Cittadinanzattiva ha presentato il Rapporto PIT Salute 2010, dal titolo “Diritti: non solo sulla carta”, dal quale emerge che 74 segnalazioni su 100 riguardano errori, suddivisi in terapeutici (49,5%, in crescita dell’1,4% rispetto al 2008) e diagnostici (24,5%, +5% rispetto al 2008).
Le segnalazioni pervenute al Tribunale nel 2009 sono state 66.721. Tra i presunti errori terapeutici, al primo posto ci sono quelli dell’area ortopedica (24,3%, +3,8% rispetto al 2008), seguiti dall’oncologia (10,7% nel 2009, +2,9% rispetto all’anno precedente) e dall’odontoiatria (9% nell’ultimo anno, sostanzialmente stabile rispetto al passato). Le sospette errate diagnosi, invece, si concentrano nell’oncologia, con il 38,6% delle segnalazioni (+5,8% rispetto al 2008): «Il boom negativo dell’oncologia merita un’attenta analisi – scrivono i curatori del Rapporto – Il trend in aumento potrebbe essere determinato dall’accresciuta sensibilità dei cittadini ma temiamo che sia determinato dalle difficoltà di accedere, in tempi utili, ad accertamenti diagnostici, dai macchinari vecchi, da un’organizzazione inadeguata e dalla mancanza di formazione del personale, soprattutto per la lettura delle immagini».
Dopo gli errori, seguono le segnalazioni per infezioni ospedaliere, cresciute del 4,9% nell’ultimo trentennio. I cittadini, poi, lamentano la scarsità di informazioni sulle prestazioni socio-sanitarie e su quelle assistenziali (come l’esenzione dal pagamento del ticket). In particolare, mancano informazioni nell’area della salute mentale, in quella delle prestazioni odontoiatriche e dei servizi di riabilitazione.
Infine, gli italiani segnalano difficoltà ad accedere a riabilitazione, residenze sanitarie assistite e lungodegenze, ambiti in cui gli ostacoli sono aumentati nel 2009 dell’11%, rispetto al 2008. Le segnalazioni parlano di rette più alte, tempi medi di degenza ridotti e mancanza di strutture che sappiano gestire pazienti con quadri clinici complessi. Va male anche l’assistenza ospedaliera, in particolare, per le dimissioni premature e il rifiuto del ricovero, entrambe voci cresciute negli ultimi 12 mesi.
Molto preoccupanti anche i dati sulle liste di attesa, dove si registra una vera e propria chiusura per le ecografie. Attese record nell’oncologia. E per gli interventi chirurgici le liste si allungano anche nel privato. Nel 2009 si segnala soprattutto un evidente incremento delle segnalazioni sulle Tac (tempi di attesa anche di 220 giorni, +7% rispetto al 2008). Tendenze analoghe nelle liste di attesa per l’oncologia, che insieme all’odontoiatria, balza al primo posto nelle attese più lunghe (10,2% nel 2009, +2,7% rispetto all’anno precedente).
Ma le buone pratiche per fortuna non mancano. Lo dimostra l’assegnazione del premio “Andrea Alesini” per le buone pratiche nell’umanizzazione delle cure, istituito proprio da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato e realizzato grazie al sostegno di Farmindustria e al contributo della Fondazione Amgen. Tra i 140 progetti pervenuti, il premio è andato a quello della Asl 1 di Torino intitolato “Facciamo girare la carta e non i cittadini!’, una procedura informatizzata che permette il rilascio di autorizzazioni per il ritiro di prodotti di assistenza protesica e integrativa (pannoloni, cateteri, carrozzine), presso il fornitore di fiducia (farmacia, parafarmacia, tecnico sanitario), senza passare dall’Asl di residenza. Al secondo posto, si è classificato il progetto “Utenti Familiari Esperti” (Ufe), dell’Unità Operativa n.2 di Psichiatria di Trento. Gli Ufe sono 50 utenti e familiari che forniscono prestazioni al locale Servizio di Salute Mentale, dalla gestione del call center, all’accompagnamento nelle strutture residenziali, alla cogestione delle situazioni di crisi. Terzo classificato il progetto “Giocamico”, a cura del Dipartimento Materno-Infantile dell’azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Il progetto, messo in atto da 200 volontari, ha l’obiettivo di modificare la percezione “spaventosa” dell’ospedale da parte dei bambini ricoverati.
ilsole24ore.com
18 novembre 2010