(Arv) Venezia 17 novembre 2010 – La protesta dei dipendenti dell’Ulss 12, che hanno attraversato in corteo la città di Venezia, ha raggiunto anche palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto. I rappresentanti sindacali dei 4 mila dipendenti dell’azienda sanitaria veneziana hanno incontrato il presidente della commissione Sanità Leonardo Padrin (Pdl), il vicepresidente del Consiglio Franco Bonfante (Pd) e i consiglieri regionali veneziani: per la maggioranza Carlo Alberto Tesserin e Nereo Laroni del Pdl e Giovanni Furlanetto della Lega; per l’opposizione Lucio Tiozzo , Bruno Pigozzo e Andrea Causin del Pd, Pietrangelo Pettenò della Sinistra veneta. A fronte delle rimostranze dei rappresentanti sindacali che hanno denunciato il pessimo livello delle relazioni sindacali nell’Ulss 12, la protesta per la minaccia espressa dal direttore generale di non pagare il prossimo mese le tredicesime, le preoccupazioni per la ventilata esternalizzazione di alcuni servizi gestionali e di riabilitazione e il mantenimento dei livelli occupazionali e, più in generale, per l’incidenza del project financing sulla situazione finanziaria dell’azienda, il presidente Padrin ha ricordato che il Consiglio regionale è “organo di indirizzo e di controllo” impegnato propri in questi primi mesi della legislatura a rafforzare i propri poteri ispettivi. “Mercoledì 24 novembre – ha annunciato Padrin – la commissione Sanità porterà a termine l’analisi comparata tra i project financing avviati dall’Ulss 12 di Venezia, dall’Ulss 4 di Thiene-Schio e dall’Ulss 8 di Castelfranco-Montebelluna. In quella sede andremo a misurare la validità dello strumento e le sue ricadute future sui bilanci della sanità veneta”. Quanto ai problemi di finanziamento dell’Ulss veneziana Padrin ha prospettato un’attenta analisi da parte della commissione sul riparto 2010 in arrivo dalla Giunta e sui criteri per impostare il prossimo riparto, che tengano conto non solo delle specificità territoriali e del fabbisogno aziendale ma anche della qualità, dell’effficienza dei servizi offerti. Anche Tesserin e Laroni hanno ribadito il loro impegno nel difendere le ragioni della specificità veneziana e i maggiori finanziamenti di cui essa necessita, prova ne è la correzione apportata dalla Giunta all’ultimo riparto del fondo sanitario. Ma sarà sempre più difficile ottenere nei prossimi anni – ha avvertito Tesserin – maggiori risorse per la realtà veneziana, vista la stagione di ristrettezze finanziarie e il criterio meritocratico che sta prendendo piede nel riparto, volto a premiare le aziende più “virtuose” e a penalizzare quelle più costose. Quanto ai problemi sindacali – ha detto Laroni – “il peggioramento delle relazioni tra azienda e dipendenti non dipende dalla figura del direttore generale Antonio Padoan, che del resto è alla guida dell’azienda veneziana da oltre un decennio, ma dall’attuale direzione sanitaria e strategica e dalla direzione amministrativa”. Per Laroni, così come per Tesserin, è “necessario che la Regione intervenga al più presto per bloccare l’esodo di professionisti e competenze dall’Ulss 12 e la fuga dei pazienti verso strutture private gestite da professionisti ex dipendenti dell’azienda veneziana”. Solidarietà ai dipendenti Ulss è stata espressa dal consigliere del Pd Lucio Tiozzo che ha ricordato che il compito del direttore generale è anche quello di saper valorizzare i suoi dipendenti e metterli nelle condizioni di rispondere ai bisogni dei pazienti con la massima serenità ed efficienza. Anche per Bruno Pigozzo l’obiettivo prioritario dell’azienda sanitaria dev’essere il soddisfacimento dei bisogni di salute dei suoi utenti, pertanto l’assegnazione delle risorse per il 2011 – ha insistito Pigozzo – dovrà avvenire non solo secondo criteri di specificità territoriale ma anche secondo parametri di efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi resi. “Il direttore generale Antonio Padoan non è adatto a gestire un bene pubblico come la sanità”, ha dichiarato Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra veneta, riepilogando un decennio di polemiche e interrogazioni consiliari sulla gestione dell’Ulss lagunare. Pettenò imputa al manager dell’Ulss 12 di aver gestito operazioni di razionalizzazione (dalla chiusura di ospedali e sedi periferiche all’avvio del project financing per il nuovo ospedale di Mestre e ora per il padiglione Jona al consistente ricorso a convenzioni con i privati) senza cautelarsi con adeguate garanzie per i servizi ai cittadini. “I servizi offerti dal nuovo ospedale all’Angelo di Mestre non sono migliori di quelli resi dall’Umberto I – ha detto Pettenò – e la scelta di ospitare a Mestre il centro protonico e la Fondazione Banca degli Occhi non ha rappresentato un vantaggio per i cittadini dell’Ulss 12 ma solo una voce di spesa in più nel bilancio dell’azienda che drena risorse dai livelli essenziali di assistenza”. Per Pettenò la responsabilità non ricade solo dell’azienda veneziana ma anche sul “silenzio della politica regionale” che ha lasciato mano libera al manager Padoan.