«Ma è l’inaugurazione di un ospedale o la presentazione di un’opera di regime padano?». Franco Bonfante scatena la polemica sulla cerimonia in programma il 30 novembre per l’inaugurazione del nuovo Polo Chirurgico di Borgo Trento. A fare infuriare l’esponente democratico, la scaletta dei discorsi ufficiali, che mette in fila tre superstar del Carroccio: il sindaco Flavio Tosi, il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e il governatore Luca Zaia. Una scelta che ha fatto imbufalire il centrosinistra ma anche l’altro partito del centrodestra, il Pdl, che col suo segretario cittadino, Massimo Giorgetti, la definisce una scelta «molto grave». Bonfante parla del rischio che «su questo Polo venga impresso il marchio indelebile dell’opera di regime padano, cosa che sarebbe una vergogna».
E il consigliere regionale democratico spiega che «gli unici esponenti politici che interverranno con i loro discorsi ufficiali sono tre leghisti, Tosi, Martini e Zaia. «Tre figure ben rappresentative delle diverse anime del Carroccio – sottolinea Bonfante – tra le quali non corre di certo buon sangue se pensiamo agli scontri tra Tosi e la Martini oppure tra Zaia e Tosi. Sorge persino il dubbio che l’appuntamento sia slittato di quattro giorni, dal 26 al 30 novembre, proprio per permettere alla triade leghista di essere presente in grande spolvero». Un modo di fare «poco elegante e istituzionalmente scorretto», prosegue Bonfante, con una «vetrina politica a senso unico», per quella che è invece l’inaugurazione di «una delle massime eccellenze della sanità veneta, patrimonio dell’Italia intera, visto che qui vengono da tutte le parti del Paese per sottoporsi ad importanti interventi » . Poi, l’elenco degli assenti: «Non ci saranno, o saranno costretti a fare da muta coreografia – tuona Bonfante – l’ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan, il ministro veneto al Welfare, Maurizio Sacconi, gli ex sindaci di Verona Michela Sironi e Paolo Zanotto e i rappresentanti di quel consiglio regionale che pure ha finanziato e programmato l’opera». Conclusione? Bonfante parla di un «clima che sta facendo scivolare Verona in una città servile, ossequiosa al potere unico leghista, mentre l’eccellenza di Borgo Trento meritava di essere celebrata con stile nobile e non becero».
L’assessore regionale del Pdl (e segretario cittadino del partito) Massimo Giorgetti, dal versante politico opposto rincara la dose. «Considero molto grave, soprattutto da parte del direttore generale Sandro Caffi – dice Giorgetti – non avere invitato (e inserito nel programma ufficiale, visto che poi un semplice invito per posta non si nega a nessuno) prima di tutto l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, che peraltro è un leghista veronese. Ma grave è anche non avere invitato coloro che con un lavoro di anni, nel passato, hanno reso possibile la costruzione del nuovo ospedale: i tre relatori ufficiali inaugureranno pertanto un’opera voluta, consentita e iniziata da altri. Con una scelta sbagliata e, appunto, grave».
Corriere del Veneto
13 novembre 2010